"Attacchi con cellule dormienti". La minaccia di Teheran agli Usa

L'Iran aveva avvertito la Casa Bianca che, se fosse stato attaccato, avrebbe organizzato attacchi terroristici nel Paese

"Attacchi con cellule dormienti". La minaccia di Teheran agli Usa
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Per il momento non sono state registrate minacce specifiche, ma il rischio legato a cellule dormienti dell’Iran negli Stati Uniti “non è mai stato così alto”. Questo quanto si legge in un documento il capo dell'agenzia di polizia doganale federale Us Customs and Border Protection (Cbp), Rodney Scott, dopo l'attacco degli Stati Uniti ai siti nucleari iraniani, secondo quanto riportato dall'emittente televisiva NewsNation. Un rischio legato indissolubilmente alla minaccia di Teheran rivolta a Donald Trump prima dell’attacco agli impianti nucleari.

Secondo quanto reso noto da NBC News, l’Iran aveva avvertito la Casa Bianca che, se fosse stato attaccato, avrebbe attivato attacchi con cellule dormienti all'interno degli Usa. La fonte sentita dall’emittente ha evidenziato che il messaggio è arrivato a Trump tramite un intermediario durante il vertice del G7 in Canada la scorsa settimana. Per questo motivo l’amministrazione a stelle è strisce è in stato di massima allerta per qualsiasi potenziale ritorsione. È di ieri l’allarme lanciato dal Dipartimento per la sicurezza interna: "Il conflitto con l'Iran sta creando un ambiente di minaccia elevata negli Stati Uniti".

Tornando al documento di Rodney Scott, questo rimarca che per il momento non ci sono prove concrete di piani terroristici imminenti, ma la guardia deve restare alta. “Simpatizzanti o soggetti potrebbero agire su ordine diretto dell'Iran" segnala il report, secondo cui "migliaia di cittadini iraniani sono stati documentati mentre entravano illegalmente negli Stati Uniti, e molti altri sono sfuggiti”. Il documento sollecita inoltre tutto il personale della Cbp a restare "vigile".

La situazione va monitorata attentamente secondo gli esperti. Le autorità di New York e Washington DC hanno aumentato la presenza di agenti per prevenire qualsivoglia atto di ritorsione.

Senza dimenticare le forze schierate in Medio Oriente. L’ex comandante del Comando centrale delle Forze armate americane Frank McKenzie ha avvertito che le truppe Usa in Iraq e Siria sono "certamente vulnerabili" a ritorsioni.

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