Negli ultimi giorni il Pentagono ha confermato che il Corpo dei Marines statunitense ha condotto esercitazioni di sbarco e infiltrazione a Porto Rico, in un momento di crescente presenza militare americana nei Caraibi e di forti speculazioni su un possibile intervento contro il Venezuela.
Il Comando Sud degli Stati Uniti, il SOUTHCOM, ha diffuso un messaggio sui propri canali ufficiali, accompagnato da un video, in cui si vedono mezzi anfibi trasportare truppe, veicoli e attrezzature, con il supporto di elicotteri da assalto impegnati in operazioni simulate di sbarco. L’obiettivo dichiarato è "contrastare il traffico illecito di droga e proteggere la patria", secondo le direttive della Casa Bianca.
Ready for rapid response: U.S. Marines with the @22nd_MEU conduct training operations in Puerto Rico. U.S. military forces are deployed to the Caribbean in support of the #SOUTHCOM mission, @DeptofWar-directed operations, and @POTUS' priorities to disrupt illicit drug trafficking… pic.twitter.com/cxClR61U3X
— U.S. Southern Command (@Southcom) November 1, 2025
Negli ultimi mesi, Washington ha notevolmente rafforzato il proprio dispositivo militare nell’area caraibica. Navi d’assalto, sommergibili e aerei da combattimento operano stabilmente nel bacino, e oltre ventimila militari sono coinvolti in attività definite di “addestramento avanzato”. Durante una visita a bordo della nave d’assalto USS Iwo Jima, il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha dichiarato ai marines che "quello che state facendo non è addestramento", frase interpretata da molti analisti come un segnale di operazioni pronte a evolvere in azioni reali.
Secondo osservatori indipendenti, immagini satellitari mostrano esercitazioni con fuoco vivo a poche decine di chilometri dalle acque territoriali venezuelane. Caracas ha reagito denunciando "una minaccia diretta alla sovranità nazionale". Il presidente Nicolás Maduro ha parlato di "un’operazione di provocazione" e ha ordinato lo stato di massima allerta alle forze armate. In un episodio recente, due caccia venezuelani F-16 hanno sorvolato a bassa quota una nave da guerra statunitense in acque internazionali, provocando una dura protesta del Pentagono che ha definito l’azione "altamente provocatoria".
Gli Stati Uniti insistono sulla natura legittima delle operazioni, legandole alla lotta contro il narcotraffico e al controllo delle rotte marittime. Tuttavia, la scala dei mezzi impiegati e la prossimità geografica alle coste venezuelane alimentano dubbi sulle vere finalità. Analisti militari ritengono che gli addestramenti a Porto Rico possano essere una preparazione a scenari più ampi di intervento o pressione strategica sul governo di Caracas.
I Paesi caraibici osservano con preoccupazione l’accumulo di forze navali e il rischio di un incidente che possa degenerare in confronto diretto. L’Unione Europea, pur mantenendo un profilo basso, segue gli sviluppi temendo ripercussioni sulla stabilità politica e sulle rotte energetiche e commerciali transatlantiche.
A oggi, non vi sono segnali di un imminente attacco, ma la dinamica degli eventi e il linguaggio sempre più assertivo di entrambe le parti indicano che il confine tra addestramento e operazione reale si sta assottigliando pericolosamente.