Guerra in Israele

"Vi racconto come Hamas ha ucciso mio figlio"

Liat Fridman racconta di come il figlio di 21 anni, soldato delle Idf, è stato ucciso nella guerra a Gaza. E sul conflitto aggiunge: "Se blocchiamo ora l’operazione diranno: Israele è debole possiamo sconfiggerlo"

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Liat Fridman è una donna molto forte che non ha perso il sogno di vivere nella sua terra, Israele, in pace e felicità circondata dai figli e dai nipoti. Il figlio Shachar, 21 anni appena, purtroppo è morto combattendo questa terribile guerra scoppiata quel Shabbat di sangue, il 7 ottobre, un giorno che ha segnato le nostre coscienze per sempre e che con le sue immagini di violenza e dolore non finisce di tormentarci.

Liat, so che soffre molto, ma che tipo di ragazzo era suo figlio?

Aveva 21 anni, era una persona davvero felice, gli piaceva ridere, danzare, divertirsi. Era un autodidatta e aveva imparato l’inglese e l’arabo parlando con le persone per strada. Amava tutti, vecchi, bambini, disabili, chi aveva problemi di ogni tipo, aiutava chiunque. Gli piaceva sedersi accanto alle persone, abbracciarle, non aveva alcun problema sulla religione di nessuno, se qualcuno fosse stato gay o arabo. Guardava le persone negli occhi. Aveva acquistato un biglietto aereo per la Thailandia per stare lì sei mesi con la fidanzata per imparare la loro cucina e il Tai Chi.

Come ha saputo della sua morte?

Era Shabbat, abbiamo pranzato, siamo andati a fare un riposino per rilassarci un po’. Bussano alla porta. Io credo in Dio e prima che mio figlio partisse in guerra avevo fatto un patto con Lui. Ma purtroppo Shachar non è tornato indietro, è morto. Un suo amico era stato ferito e per difenderlo è penetrato in un palazzo, c’era un terrorista dietro un divano, con il suo compagno lo hanno ucciso ma lui ha ucciso Shachar.

Cosa prova per questa perdita?

Non avrei mai pensato che potesse accadermi. Eravamo una famiglia felice, abbiamo cercato di essere dei buoni genitori, di amare i nostri ragazzi, ci siano presi cura di loro. Abbiamo parlato apertamente di tutto. Pensavamo: siamo delle brave persone, non potremo soffrire. Penso che si possa morire in tante maniere: in un incidente, per una malattia. Da quando le Nazioni Unite ci hanno accordato il diritto di vivere qui non abbiamo mai vissuto in tranquillità. Bombardamenti, autobus, macchine crivellati. E’ difficile in queste condizioni pensare di trovare una soluzione politica a quello che sta succedendo. Noi viviamo in mezzo agli arabi. Qui sono tranquilli, hanno il loro lavoro, le loro donne possono anche non indossare il velo se non vogliono. Molti posti sono occupati da loro. Il mondo deve svegliarsi. Gli uomini di Hamas vogliono morire e ucciderci. Singapore è più piccola di Gaza, ma è ricchissima. A Gaza arrivano tantissimi soldi ma vengono utilizzati per fare tunnel, avere armi e non per costruire un bel posto in cui vivere. Sono decenni che i palestinesi vivono lì ma non hanno ancora costruito case, vivono da rifugiati.

Che cosa dovrebbe fare Netanyahu e il governo?

Sono stanca della politica, c’è bisogno di un cambiamento. Netanyahu è sicuramente un grande leader e molto intelligente, ma dovrebbe lasciare il suo posto ad un’altra persona. Anche se non è lui il problema, ma i nostri vicini, Hamas, la Jihad.

Pensa che valga la pena sacrificare delle vite in questa guerra a Gaza?

Se fermiamo ora la guerra in due anni saremo di nuovo in questa situazione. E non possiamo scambiare i rapiti con i terroristi. Questa è la nostra terra, c’è scritto nella Bibbia, l’ha detto l’Onu. Se blocchiamo ora l’operazione diranno: Israele è debole possiamo sconfiggerlo. Molti palestinesi a Gaza votano per Hamas. Molti dei rapitori che hanno sottratto i nostri cari dalle case erano cittadini israeliani. Avremmo potuto allagare i tunnel con l’acqua ma non l’abbiamo fatto per gli ostaggi. Avremmo potuto bombardare ovunque, ma non l’abbiamo fatto per la popolazione. Abbiamo detto loro di abbandonare il nord di Gaza. I nostri soldati hanno fornito acqua e cibo. Io ho sempre detto ai miei figli: se vedete un terrorista portatelo dalla polizia, ma trattatelo con dignità, senza umiliarlo, siate buoni con tutti. Ma in una guerra non è facile. Loro usano i bambini come scudi umani, portano gli ostaggi negli ospedali. Non c’è alcuna umanità.

Ha un sogno ora?

Il mio sogno è vedere Israele forte, i miei figli e i miei nipoti vivere felici e in pace. Sono sicura che accadrà.

Credo in Dio, ma dobbiamo combattere.

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