Un Gufetto magico in corsia per la gioia dei piccoli pazienti

Il dottore e i suoi amici in 3D raccontano le fiabe. Al Besta «I bambini tentano di afferrarli, convinti che siano reali»

Sgranano gli occhi e allungano le braccia. Non c’è bambino che resista: la tentazione è troppo forte. «Davanti agli ologrammi - racconta Daria Riva, primario di neuropsichiatria infantile al Besta - i nostri piccoli pazienti provano ad afferrarli, convinti che siano reali». Invece si tratta di uno scherzo ottico o meglio di una ricetta che mescola scienza a fantasia per ottenere un obiettivo: regalare un sorriso ai bimbi ricoverati. Come? Coi racconti del dottor Gufetto, un personaggio in 3D che prende vita grazie a una tecnologia innovativa, chiamata Holo-e-motion. Un brevetto che permette di proiettare immagini video e digitali sotto forma di ologramma.
«L’idea di portare questa tecnica in ospedale è nata per caso - rivela Paolo Berlusconi, ideatore del progetto -. Stavo aiutando mia figlia Luna a raccogliere fondi per la clownterapia e così ci siamo detti: perché non utilizzare gli ologrammi per regalare un po’ di svago ai bimbi malati che non possono sempre contare su un pagliaccio in corsia?». Detto e fatto: grazie al sostegno di numerosi sponsor Holo Italia, con la collaborazione della società madre ungherese, ha pensato a un’applicazione per portare la Humor terapia nei reparti di pediatria italiani. «Per ora sedici - continua Berlusconi - ma contiamo di coinvolgere sempre più strutture».
A vederle, queste macchine sembrano dei teatrini di marionette ma al posto del palco, c’è lo schermo da cui «esce» il dottor Gufetto pronto a raccontare le sue favole. «I bambini rimangono incantati dalla magia dei personaggi che galleggiano nell’aria», spiega Riva, che da quattro mesi ha cominciato a utilizzare l’apparecchio nel suo reparto.
Oltre alle favole, Hole Italia ha ideato dei brevi corsi di lingue straniere puntando su un'arma segreta: «L’esperienza visiva provocata da un ologramma - annuncia Italico Trebbi, amministratore delegato della società - genera una capacità di memorizzazione ben 20 volte superiore a un’immagine piatta». Dal Niguarda alla Mangiagalli: a Milano tutti i reparti di Pediatria hanno adottato il dottor Gufetto e i suoi amici. Operazione a costo zero, interamente finanziata dagli sponsor, determinati ad ampliare la portata del progetto.

Il professor Gian Vincenzo Zuccotti ha già qualche idea: «Mi vengono in mente i bimbi con patologie croniche - dice il direttore della clinica pediatrica del Sacco - questa macchina potrebbe diventare uno strumento per comunicare con loro, spiegandogli attraverso questi personaggi il tipo di malattia che hanno contratto e l’importanza delle cure». E ancora: «Pensate alle attese estenuanti al pronto soccorso - aggiunge Alberto Podestà, primario di Pediatria al San Carlo - questo strumento ha enormi potenzialità per alleggerire le sofferenze dei malati».

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