Una guida per difendersi...

(...) sagace riescono, nell'ordine, a cenare fuori, a spendere pochi euro, a vedere qualche amico, a corteggiare una fanciulla, a chiudere affari di lavoro. Il tutto, andando a letto presto. L'happy-hour, pratico mix di piacevolezza e velocità, può essere declinato sportivamente. A Milano mancano montagna e mare? Basta crearli sottocasa: l'Idroscalo e la montagnetta (dove fare una corsetta: entrambe da pronunciare con la «e» aperta) richiamano un flusso di podisti degno degli Stati Uniti e pressoché sconosciuto in altre italiche lande.
Milano e il traffico.
Ovvero come affrontare stoicamente tutte le mattine le tangenziali (est, ovest, nord), come districarsi tra il caos delle circonvallazioni e soprattutto capire come funzionano i «gratta e sosta» senza perdere il buonumore né prendere una multa. Grazie al traffico, «il milanese viene accompagnato a casa in modo tranquillo, andando piano e lento, moderando la velocità». Una forma di guida sicura, in altri termini.
Conclusione: nel suo viaggio semiserio tra i vizi della città che abita da oltre una decade, Elena Pigozzi rende un gran merito ai milanesi.

Il lavoro duro, i diktat della moda, le vacanze intelligenti, le code in autostrada, persino gli ausiliari della sosta (per non parlare delle zanzare e della nebbia che non è più quella di una volta) sono un marchio di fabbrica, non una iattura. Perché? Ma perché Milan l'è un gran Milan. Nessuno ce lo toglierà mai dalla testa.

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