RomaIl nervosismo di Ranieri, lamarezza di Ventura. Dopo un Roma-Bari per nulla scontato, nonostante lenorme gap in classifica, nella pancia dellOlimpico i due tecnici hanno vissuto stati danimo solo allapparenza diversi ma in realtà molto simili. La differenza è che li hanno esternati in maniera totalmente opposta: Ranieri piccato, Ventura con aplomb.
Il tecnico della Roma è poco sereno da un bel pezzo, forse ha capito che tra litigi in campo (lultimo tra Totti e Burdisso a Cluj, chiuso con dichiarazioni di circostanza dei due giocatori), mugugni nello spogliatoio e incertezza societaria, la situazione gli sta sfuggendo di mano. Così è bastato toccare un nervo scoperto - la nuova esclusione di Pizarro (già otto panchine, ndr) nel pomeriggio in cui mancava De Rossi per squalifica - per farlo esplodere. Incalzato sullargomento ai microfoni di Sky è sbottato: «Se cè un problema Pizarro? Il caso non esiste, in questi giorni è stato male, tre giorni con influenza e diarrea. Siete male informati, criticate e fate polemica, andate avanti in questo modo e a Roma non vi vedrà più nessuno. Ho il polso dellumore della gente che mi ferma per strada». «I rapporti con la Roma e con i suoi sostenitori sono splendidi, come dimostrano gli ascolti in crescita anche nelle zone in cui i tifosi giallorossi sono più diffusi», ha chiuso la querelle Marco Pistoni, direttore dei canali Sky Sport.
Ranieri ha anche il polso dello spogliatoio ed è vero che il cileno ha dovuto finora fare i conti con gli infortuni e linfluenza, oltre che con una presunta incompatibilità nel nuovo modulo con De Rossi (ma i due hanno coesistito per 4 stagioni...). Ieri, però, Capitan Futuro non cera e la prestazione dei centrocampisti giallorossi ha dimostrato che il ritorno del «Peq» è vitale per il gioco romanista. Il sospetto è che ci sia qualcosa di più.
E se Ranieri ha perso le staffe, il morale di Ventura - sempre più ultimo in classifica - sta affondando sotto i tacchi, tra infortuni in sequenza e torti arbitrali. Dopo Genova, ieri quelli dellOlimpico. «Voglio provare a tutelare i superstiti di una squadra che hanno giocato una partita dignitosa, stavolta sono veramente amareggiato - lincipit del pacato sfogo del tecnico -. Non parlo mai di arbitri, ma è difficile spiegare ai miei giocatori cosa è successo. Il rigore per la Roma (sbagliato malamente da Totti, ndr) era generoso, cera lespulsione di Brighi, e il gol di Juan (un metro avanti ad Andrea Masiello sul lancio del capitano giallorosso, ndr) era irregolare. Un pizzico di rispetto non guasterebbe. Siamo venuti a Roma senza dieci titolari e andiamo via con diversi rimpianti, nel primo tempo li abbiamo messi in imbarazzo». «Si vada a vedere la nostra partita di Brescia (in cui la Roma fu tartassata, ndr), è il calcio», la replica di Ranieri.
Davvero ammirevole la prova dei baresi, con Rinaldi allesordio in A e Strambelli con soli 2 minuti giocati con il Catania. La Roma può solo esultare per i 3 punti, giunti con la rete di un difensore - Juan è il 10° romanista a segnare in stagione - e per le giocate di Menez. Totti, rigore sbagliato a parte, è stato lombra di se stesso, Borriello è stato invece «penalizzato» da un colpo al volto (frattura al seno mascellare, potrebbe comunque giocare con una protezione in attesa di una correzione chirurgica che avverrà durante la sosta naralizia), Lobont ha giocato 45 per un problema al ginocchio (in porta dopo 9 mesi e mezzo il quasi separato in casa Doni), Vucinic e Adriano non cerano proprio. «Se fossero stati disponibili, avrebbero giocato», così Ranieri.
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