Gustavino dice addio, Costa aspetta ma resta scettico

Arrivederci e grazie. Claudio Gustavino, ex esponente della Margherita eletto un anno e mezzo fa senatore nelle liste del Pd ha deciso di lasciare il partito dopo la vittoria di Pierluigi Bersani e Lorenzo Basso. «Faccio gli auguri di buon lavoro sia a Bersani che a Basso: sono certo faranno il meglio che potranno. Non mi riconosco più in questo progetto. Il ritorno alla socialdemocrazia non era il presupposto con cui sono stato eletto nel 2008, era un altro partito, quindi mi faccio da parte». Gustavino, che già da qualche tempo aveva segnato la distanza dai democratici arrivando a dire che sarebbe pronto a sostenere la corsa di Enrico Musso a sindaco di Genova se questa presupponesse un allargamento delle alleanze oltre il centrodestra, ha confermato quanto aveva già detto prima delle primarie: «Se vince Bersani ma ne vado». Ed è stato di parola. Rispetto al successo delle primarie commenta: «Basta vincere le amichevoli, è il caso di vincere le partite ufficiali». Claudio Gustavino ha parlato ieri a Primocanale: «Se sarò l'unico a uscire - ha continuato - vorrà dire che sbaglio a pensarla così. Altrimenti bisognerà prendere atto che il Pd che nasce non è quello che sognavamo un paio di anni fa».
L’altro esponente democratico che si pensa possa fare le valigie dopo la vittoria del tandem Bersani- Basso è l’attuale vicepresidente della Regione Massimiliano Costa: «Il successo delle primarie è un risultato grande e rassicurante per il Pd - commenta Costa -. Nonostante la netta vittoria di Bersani nessuno mi può negare di pensare che è stata una scelta miope e lontana da quello che pensavamo potesse essere il Pd».

Costa spiega che il progetto originale sarebbe stato quello di realizzare un partito che si ispirasse al modello dei democratici americani, pronto e capace ad essere alternativa di governo: «Invece, questa scelta ci sposta al modello della socialdemocrazia che ha fallito e rischia di costringerci ad un’opposizione lunga, si guardi al caso della Germania». In vista delle regionali il numero due di Burlando auspica alleanze chiare fatte sui programmi, «con o senza l’Udc che sia». Sul suo futuro politico chiosa: «Non mi faccia andare oltre, vedremo quello che accadrà».

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