da Milano
Si farà La Bohème di Puccini al teatro Comunale di Bologna, ma sarà molto snella: con i cantanti solisti e il maestro al pianoforte, quindi niente orchestra, coro e scene. Lo ha deciso Mario Tutino, direttore artistico e sovrintendente del Comunale. Gran parte degli orchestrali e dei cantanti incrocerà le braccia e non aprirà bocca per le rappresentazioni di domani e mercoledì. Ma Tutino va dritto per la sua strada con una Bohème cameristica.
Chi e che cosa ha attizzato il fuoco?
«Chi abbia attizzato il fuoco non lo so. Cè un tavolo delle trattative aperto e cordiale al quale sono venute tutte e quattro le sigle sindacali. Una di questa ha ritenuto che una mia proposta fosse inaccettabile».
Lei cosa proponeva?
«Davanti alle rivendicazioni economiche riguardanti recuperi di prove saltate e straordinari ho proposto di sanare il tutto con una cifra pari al 50% della giornata lavorativa. E la risposta è stata lo sciopero».
Chi piloterebbe lo sciopero?
«È quello che vorrei capire, forse ci sono ragioni personali».
Nessuna controproposta?
«Si aspettavano il 100% del rimborso. Il fatto è che tutto ciò coinvolge solo una decina di casi, otto dei quali ereditati dalla precedente sovrintendenza».
Considerata ladesione allo sciopero si direbbe che i casi sono da rintracciare nellorchestra...
«Già. Tutto ciò spiace, in un momento così delicato per le Fondazioni in cui i contributi continuano a ridursi, ma se offriamo questa immagine...».
Fondazioni aggredite dallo stesso mondo musicale perché beneficiate dal Fondo Unico per lo Spettacolo...
«Noi riceviamo il 50% perché abbiamo molte persone fisse, a Bologna 270».
Una situazione complicata...
«Non si possono togliere i soldi senza dare soluzioni».
Che potrebbero essere?
«Si potrebbe puntare di più su coproduzioni, valutare le strategie del teatro alla tedesca quindi con la presenza di cantanti stabili, darci regole regionali. Ma soprattutto: defiscalizzazione dei contributi dei privati».
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