Ha un nome l’aggressore dell’altro clochard

Al Policlinico il barbone pestato l’altra notte ha raggiunto il «collega» aggredito un mesetto fa nella vicina piazza Cantore. Lui se l’è vista ancora peggio, è andato anche in coma, ma lentamente il suo quadro clinico va migliorando e ormai i medici l’hanno dichiarato fuori pericolo. Continua la caccia al suo mancato assassino, che tuttavia potrebbe essere arrestato nei prossimi giorni.
Alfredo Mora, nato 65 anni fa in Colombia, si era ricavato il suo giaciglio nella cabina del telefono di piazza Cantore, dove si recava tutte le sere in cui faceva troppo freddo oppure pioveva. Qui, nella notte tra l’8 e il 9 febbraio, è stato raggiunto da uno sconosciuto che gli ha sferrato alcuni violenti colpi al capo usando il palo di un segnale stradale divelto. L’allarme viene lanciato intorno alle 4 da un passante che vede il corpo riverso per terra e il sangue sotto il capo. Mora viene soccorso e ricoverato in condizioni disperate al Policlinico. I medici disperano di salvarlo, poi la sua forte fibra gli fa superare i primi momenti critici e ora è avviato sulla via della guarigione. Una notizia accolta con un sospiro di sollievo nel quartiere. Mora è infatti un povero diavolo che non ha mai dato fastidio a nessuno. Non ha precedenti e risiede regolarmente in Italia. Arrivato qualche tempo fa in Ticinese, è conosciuto dai carabinieri della stazione Duomo e dai residenti come persona dignitosa, silenziosa, discreta. Non chiedeva nulla e accettava solo il panettone a Natale.
Da un mese i carabinieri del nucleo investigativo stanno cercando di dare un nome al mancato assassino. In mano hanno i filmati, piuttosto confusi per la verità, di una telecamera posta sopra la piazza. Si vede una coppia di fidanzati passare davanti alla cabina e sparire nella stessa direzione da cui appare un uomo che colpisce a sangue freddo il senza tetto.

Era stato lanciato un appello ai due affinché si presentassero spontaneamente, ma purtroppo non lo hanno fatto, o forse non l’hanno mai saputo. Quel poco che gli investigatori hanno in mano sembra comunque sufficiente per identificare il mascalzone. Dal più stretto riserbo infatti è trapelato un certo ottimismo per poter risolvere il caso in tempi brevi.

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