Gattinara (Vercelli) «Hai visto quanta gente cè per te papà? Nessuno si aspettava una fine del genere. Dolce notte, papà!». È stata la frase del testo preparato che Nicole Lamolinara, la figlia sedicenne di Franco, è riuscita a leggere sullaltare. Dopo le prime parole la ragazza è scoppiata a piangere e il resto del saluto è stato letto da un amico per lei. «Ciao papà, sono sempre io, la stessa che portavi allasilo. Scusa se qualche volta ho pianto e ti ho deluso. Più che pensarti non so quale altro regalo farti».
Nellomelia il vescovo di Vercelli, Enrico Masseroni, ha ricordato affettuosamente la figura del tecnico rapito il 12 maggio dellanno scorso e ucciso giovedì in Nigeria definendo la sua prigionia «un lungo e doloroso calvario. Un mistero del male che ha umiliato il rispetto della vita». Franco Lamolinara, ha proseguito il religioso, «lascia nel cuore di chi lo ha amato il testamento della sua bontà, professionalità, ricchezza e umanità. Conosceva bene il mondo africano e il suo ritorno a casa era previsto il 15 maggio scorso, ma tre giorni prima è iniziato il suo calvario. Un buio tratto di strada» non illuminato dai numerosi appelli per la liberazione. «La sua rettitudine - ha proseguito Masseroni - rimane nelle persone care, ma non basta per limmortalità. Per questo bisogna ascoltare unaltra voce, quella del Vangelo di Giovanni, nel quale si dice nella casa del Padre mio ci sono molte dimore. Franco non vive solo nel cuore dei suoi cari, ma in Dio». Dopo il messaggio della figlia Nicole, la nipotina Sara, anchella attraverso unaltra persona, ha ricordato lo zio dicendo: «Sei partito come un lavoratore, sei tornato come un eroe». Un ultimo saluto, anchesso accompagnato da applausi, è stato letto a nome di tutti gli altri nipoti. Al termine della cerimonia, in chiesa è stato letto anche il telegramma indirizzato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla famiglia del tecnico ucciso in Nigeria nel quale il capo dello Stato esprime «affettuosa vicinanza» alla moglie di Lamolinara, Anna Isgrò. «Franco Lamolinara - scrive Napolitano - appartiene a quella schiera di italiani che fanno onore allItalia. Tutto il Paese le è vicino».
Allarrivo nella chiesa di San Pietro, il feretro del tecnico ucciso in Nigeria era stato accolto dal lungo applauso delle oltre duemila persone che si erano radunate in attesa del corte che si era mosso dalla camera ardente allestita nel municipio di Gattinara, dove era stato proclamato il lutto cittadino.
Centinaia di persone hanno quindi accompagnato il feretro dalla chiesa, lungo corso Vercelli, al cimitero del paese. Tra di essi anche il ministro degli Esteri, Giulio Terzi di SantAgata, che aveva preso parte anche alla cerimonia in chiesa. La cassa, ricoperta da rose gialle e da una maglia gialla con le firme degli amici più cari di Lamolinara, è stata trasportata nel camposanto a bordo del carro funebre. La moglie Anna, apparsa molto provata, non ha seguito il corteo a piedi, ma lo ha fatto a bordo di unauto.
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