«Hall of fame» per le italiane che hanno fatto grande lo sport

Ci stanno sorpassando, hanno vinto, potrebbero stravincere. Parliamo di donne, donne nello sport. Donne che fanno sport e un giorno avranno anche una «Hall of fame», il museo della fama che per gli americani è un cult. Oggi, in Italia, per ogni 100 uomini ci sono 70 donne che praticano attività. Nel 2000 il rapporto era 50 contro 100. Stanno avanzando. Sono un esercito. Nello sport di vertice volano: a Pechino, l’Italia ha presentato 203 maschi e 130 donne. Sono alle costole. Date un’occhiata alle foto di Francesca Schiavone o Valentina Vezzali, a quelle di Josefa Idem o Federica Pellegrini per capire: cosa le spinge, cosa si portano dentro, ruggiscono non urlano. Sui podi olimpici hanno già raggiunto bambolini e bamboloni. A Sidney 6 ori in rosa e 7 in azzurro maschio.
Non sono più i tempi di Mabel Bocchi, mitica regina del basket nostro, che strepitava contro le ingiustizie, che poi erano i favoritismi per gli uomini: «A loro la diaria, a noi niente. Come se non dovessimo fare telefonate pure noi e lavarci le magliette. A loro alberghi 5 stelle e noi dove capita...». Ne seguirono rivendicazioni sindacali che nei tempi qualcosa hanno portato. Era già un passo avanti rispetto ai tempi di Edmondo De Amicis: la ginnastica toglie grazia alle ragazze, son destinate a non prendere marito.
Oggi siamo con le campionesse da spot e da cronaca, star televisive e atlete da prima pagina. Un lungo cammino e una straordinaria evoluzione. O per dirla con Stefania Bianchini, campionessa della boxe. «Una strada in salita e con un sasso nella scarpa». Percorsa con un pizzico di femminilità e cuore di tigre: da Lea Pericoli a Manuela Di Centa. «E con il muscolo numero uno in funzione: il cervello», sintesi di Novella Calligaris, nostra antica signora del nuoto. Il compleanno dei 150 anni dell’unità d’Italia andavano celebrati anche con loro, mondo che si è fatto largo tra maschilismo e scetticismo, snobismo e qualunquismo: bella quella! Ed è anche brava! Mai sentito?
La Gazzetta dello sport, appunto quella di «tutto il rosa della vita», con tanti partners fra cui la fondazione Cannavò, ha organizzato una mostra multimediale, al Museo del Risorgimento di Milano (ingresso gratis fino al 25 settembre), intitolata «Donna è sport». Rapporto e ricordo attraverso i 33 sport nei quali le donne italiane si sono fatte largo nel mondo.

Con un focus su 16 stelle assolute: Ondina Valla, Simeoni, Bocchi, Calligaris, Di Centa, Idem, Bellutti, Belmondo, May, Sensini, Compagnoni, Trillini, Vezzali, Schiavone, Cagnotto, Pellegrini. E chi mai non avrà coraggio di dire: donna è bello? Talvolta bellissimo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica