Hamas abbandona la nave che affonda e cerca casa in un mare di difficoltà nuove. Ma ecco che si avvicina un nuovo sponsor, Erdogan e gli regala 300 milioni di dollari. Così si può ricapitolare la corrente situazione di una organizzazione che è nella lista europea e quella americana del terrorismo internazionale.
Hamas lascia Damasco, anche se comè ovvio smentisce, perché il suo sempiterno protettore, lIran, che ancora sponsorizza Bashar Assad di Siria, gli ha richiesto di combattere contro gli insorgenti, ovvero, in larga parte, la Fratellanza Musulmana, e Hamas ha rifiutato perché, comunque, ne fa parte. Quindi ha perduto il suo migliore mecenate e anche la sede. Cerca casa: dunque, Mashaal ha fatto molte ispezioni. È apparso il Qatar come una cometa. Poi, ad Amman, dove sembra si trovi adesso, ma la monarchia permette di risiedere in forma personale, non ufficiale: la Giordania ha conosciuto momenti duri con i palestinesi. Al Cairo, anche se la casa madre, i Fratelli Musulmani, sono maggioranza, al momento non cè convenienza (lo scopo primo è un tono pragmatico e il cibo per 80 milioni di persone!) nel mostrarsi mano nella mano con Hamas, feroce di nome e di fatto. Andare tutti a Gaza, la cosa più naturale? No, tutta la leadership sarebbe in caso di guerra alla mercé di Israele; e poi Haniyeh e Mashaal hanno un cattivo rapporto. Haniyeh, primo ministro, è divenuto il volto pubblico, è lui che ha portato a casa il finanziamento turco. Insomma, dentro Hamas, si litiga: e anche chi vuole lunificazione con Fatah si trova contro Haniyeh.
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