Hamilton vs Kovalainen

Heikki Kovalainen è un giovane finnico che ha capito presto come gira il mondo: nel senso che non è triste come il primo grande uomo del nord piombato alla corte della McLaren, Mika Hakkinen; e non è muto come l’ultimo grande uomo del nord giunto nel team inglese: Kimi Raikkonen. Un po’ è merito di mamma natura, un po’ del babbo, un allegro taxista chiacchierone, un po’ è soprattutto farina di Flavio Briatore. Il patron italiano, quando lo scoprì, decise di mandarlo in stage permanente in quel di Barcellona. Mica Casalpusterlengo.
Fattostà, il ragazzo oltre che veloce e caparbio è pure simpatico. Sono però solo le prime due qualità a impensierire Lewis Hamilton, il suo compagno. Il prodigio inglese, al di là del suo essere troppo modino e perfettino, resta un fuoriclasse di proporzioni inaudite, e da fuoriclasse ha subito avvertito puzza di bruciato. Lewis è in allerta per tre ragioni: Kovalainen, neanche farlo apposta, lo manda Briatore. Proprio come Alonso, infatti, il giovane nordico è stato scoperto e valorizzato e allenato nelle molte full immersion decise dal manager piemontese. Non solo. Per un anno, Heikki ha fatto un corso personalizzatto alla corte di Alonso stesso, seguendolo come terzo pilota in giro per il mondo. Per cui ha imparato molto dall’asturiano. Non solo. Come lo spagnolo ha imparato a convivere con le critiche, gli sguardi torvi, quell’insieme di atteggiamenti che in F1 diventano una specie di mobbing a trecento all’ora. Significativo è quanto accaduto proprio un anno fa, quando a Melbourne, dopo prove e gara disastrose (anche e soprattuto a causa di una Renault pessima) Briatore lo spolverò davanti al mondo: «Non ne ha fatta una giusta, è il caso che si dia una regolata, altrimenti...».
E lui la regolata se la diede eccome, risalendo la china gara dopo gara e concludendo la stagione con il secondo posto del Giappone proprio dietro al suo futuro compagno in McLaren. Quel giorno scoppiò anche la rivolta dei piloti contro certe manovre di Lewsi, ed Heikki fu subito chiaro: «Si è comportato male» disse.
Ora, a pochi giorni dal via del mondiale, ecco arrivargli l’attestato di stima di un grande ex della F1 e della McLaren: Alain Prost. Il campione francese incorona Hamilton, però non ha dubbi: «Credo che Lewis non debba stare tranquillo con Kovalainen. Heikki sarà un osso davvero duro, soprattutto in chiave mondiale». Sentito? Non un rivale per qualche vittoria di tappa, bensì addirittura nella lotta per il titolo. Quanto ai due diretti interessati, non se le mandano certo a dire. Per esempio Heikki: «Non avrei mai firmato per la McLaren, se non avessi la certezza di poter lottare ad armi pari. Adesso voglio solo dare il massimo e partire bene a Melbourne per cancellare il ricordo dello scorso anno». Per esempio Lewis: «Voglio il titolo mondiale. Punto».

E motiva: «Credo che attorno a me ci sia una maggior pressione, però sono cresciuto, per cui la sento di meno. In fondo, l’anno scorso era tutto nuovo per me, la stampa si chiedeva e mi chiedeva se ce l’avrei fatta... Diciamo che quest’anno sarà tutto più facile».

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