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«Hanno fatto soltanto una bella gita»
«Ma ci hanno pensato bene, questi amministratori liguri, prima di partire per la Cina e tentare di vendere quello che non esiste?».
Lei che ne dice, onorevole?
«Io dico proprio di no. E glielo spiego».
Unintervista a Egidio Pedrini - 61 anni, parlamentare di Italia dei valori, sindaco di Zeri, laurea in giurisprudenza e trascorsi da manager e amministratore in Alitalia e altre aziende dellex Iri - mette a dura prova la capacità del giornalista di chiedere: di solito, fa tutto lui, domande e risposte, a regime torrentizio. Ma questa volta - lui è appena arrivato in Cina - si possono invocare le difficoltà di trasmissione transcontinentale per costringerlo a prendere fiato e inserirsi nel monologo. Ad esempio:
Però, Genova ha ottenuto di ospitare alcuni guerrieri dellesercito di terracotta di Xian... Successo strepitoso.
«Che ce ne facciamo della terracotta? E dellinterscambio culturale di attori o cantanti cinesi? Se mai, avremmo bisogno di accogliere qui giornalisti cinesi, perché facciano promozione del nostro territorio nel loro Paese».
Per ora, sono stati i nostri giornalisti ad andare in Cina.
«Ci sta tutto, per carità. Ma anche questo dimostra che non si è pensato bene in anticipo, nella fase preparatoria della missione della Regione Liguria, a quali fossero le nostre vere esigenze».
Che invece sarebbero?
«...quelle di sviluppare contatti commerciali e industriali realistici, basati sulla vera capacità delle nostre aziende a corrispondere ai bisogni della società e delleconomia cinese».
Esempi, prego.
«Penso innanzi tutto al know how che siamo in grado di fornire in campo progettuale e tecnologico, e non alla pretesa di vendere macchinari, per cui, rispetto ai cinesi, non siamo competitivi».
In compenso la Liguria ha venduto felicemente i porti, lo scalo di Genova in particolare.
«Ma siamo seri! Come si fa a vendere il porto se siamo ancora ben lontani dal risolvere il problema fondamentale del sistema logistico integrato? Se no i milioni di container, dove li sbarchiamo? Non cè uno straccio di infrastruttura per movimentare i grandi flussi di merce, mancano le autostrade del mare, i distripark, gli spazi in banchina».
Forse i cinesi non lo sanno. E comunque bisognerebbe girare la questione al ministro Di Pietro, che è il leader del suo partito, onorevole, e ha bocciato il Terzo valico.
«Lì la questione è unaltra. E comunque gli ambasciatori liguri fanno finta di non sapere che il nodo è la logistica. Non si può vendere fumo e accontentarsi di due guerrieri di terracotta e un gemellaggio culturale».
Però Burlando è stato ricevuto dal sindaco di Shanghai.
«...che è sempre molto gentile e ospitale. Per il resto, mi risulta che i nostri abbiano incontrato ragazzi di staff».
Pessimismo nero.
«No, realismo assoluto. Quando si prepara una missione come questa, bisogna fare una valutazione preventiva costi-benefici e ricadute effettive sul sistema economico locale. Altrimenti si fa solo turismo istituzionale».
Una gita.
«Una gita, sì. Una bella gita. Ma mi raccomando: la prossima volta sarebbe opportuno prepararla meglio».
Lei che ne dice, onorevole?
«Io dico proprio di no. E glielo spiego».
Unintervista a Egidio Pedrini - 61 anni, parlamentare di Italia dei valori, sindaco di Zeri, laurea in giurisprudenza e trascorsi da manager e amministratore in Alitalia e altre aziende dellex Iri - mette a dura prova la capacità del giornalista di chiedere: di solito, fa tutto lui, domande e risposte, a regime torrentizio. Ma questa volta - lui è appena arrivato in Cina - si possono invocare le difficoltà di trasmissione transcontinentale per costringerlo a prendere fiato e inserirsi nel monologo. Ad esempio:
Però, Genova ha ottenuto di ospitare alcuni guerrieri dellesercito di terracotta di Xian... Successo strepitoso.
«Che ce ne facciamo della terracotta? E dellinterscambio culturale di attori o cantanti cinesi? Se mai, avremmo bisogno di accogliere qui giornalisti cinesi, perché facciano promozione del nostro territorio nel loro Paese».
Per ora, sono stati i nostri giornalisti ad andare in Cina.
«Ci sta tutto, per carità. Ma anche questo dimostra che non si è pensato bene in anticipo, nella fase preparatoria della missione della Regione Liguria, a quali fossero le nostre vere esigenze».
Che invece sarebbero?
«...quelle di sviluppare contatti commerciali e industriali realistici, basati sulla vera capacità delle nostre aziende a corrispondere ai bisogni della società e delleconomia cinese».
Esempi, prego.
«Penso innanzi tutto al know how che siamo in grado di fornire in campo progettuale e tecnologico, e non alla pretesa di vendere macchinari, per cui, rispetto ai cinesi, non siamo competitivi».
In compenso la Liguria ha venduto felicemente i porti, lo scalo di Genova in particolare.
«Ma siamo seri! Come si fa a vendere il porto se siamo ancora ben lontani dal risolvere il problema fondamentale del sistema logistico integrato? Se no i milioni di container, dove li sbarchiamo? Non cè uno straccio di infrastruttura per movimentare i grandi flussi di merce, mancano le autostrade del mare, i distripark, gli spazi in banchina».
Forse i cinesi non lo sanno. E comunque bisognerebbe girare la questione al ministro Di Pietro, che è il leader del suo partito, onorevole, e ha bocciato il Terzo valico.
«Lì la questione è unaltra. E comunque gli ambasciatori liguri fanno finta di non sapere che il nodo è la logistica. Non si può vendere fumo e accontentarsi di due guerrieri di terracotta e un gemellaggio culturale».
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Qui le norme di comportamento per esteso.
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