Per dirla con uno dei consulenti, «cè da rimanere senza fiato!». Con tanto di punto esclamativo. Perché al signor A., che aveva 61 anni e ringrazia il cielo di essere ancora vivo, è stato asportato un pezzo di polmone. Quando «il semplice riposo, da solo o associato a drenaggio, sarebbe stato in grado di risolvere il quadro clinico». Era la lotteria della sala operatoria. Una giostra feroce, quella sui cui salivano i pazienti dellex primario. Interventi inutili, pericolosi e - in quattro casi, secondo la Procura - mortali. Sono le storie di Antonio (85 anni), Giuseppina (83), Luisa (65) e Gustavo (89). Sono quelli che vennero addormentati. E non si svegliarono più.
Antonio. Operato per un tumore che non aveva. «Nonostante letà - scrivono i consulenti - un precedente by-pass e la situazione cardiaca tuttaltro che brillante, si decide di operarlo senza esame istologico. E già questo è grave. Durante lintervento si verifica una lacerazione del cuore con emorragia inarrestabile seguita da decesso. Il chirurgo sostiene la tesi, assai improbabile, di rottura spontanea del cuore ma non richiede lautopsia». Non basta. Perché «del sospetto tumore che ha portato lintervento non cè traccia». Conclusione dei tecnici della Procura. «Il nesso causale (tra intervento e decesso, ndr) deve essere qui affermato in termini fondatamente senza dubbio».
Giuseppina. Ultraottantenne cardiopatica. Entra in sala operatoria il 17 marzo 2006. Dalla sala operatoria alla terapia intensiva. Quattro giorni dopo, muore. Sottoposta a un «intervento che esponeva la paziente a un elevato rischio di complicanze mortali». E «nonostante fossero consapevoli del rischio abnormemente elevato, anestesista e chirurghi egualmente procedevano».
Luisa, che ha un tumore con metastasi ai polmoni, al fegato e al cervello. Dunque, «complessivamente si delineava un intervento gravato di rischi elevati per complicanze mortali, e di ciò erano certamente consapevoli anestesista e chirurghi». Loperazione «poteva giustificarsi solo a fronte di un imminente pericolo per la vita che, tuttavia, non sussisteva».
Gustavo, che avrebbe compiuto novantanni, ma ai 90 non è arrivato. Perché aveva il cuore malato (lultimo infarto, pochi giorni prima dellintervento), e non ha retto allanestesia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.