
Dire sì per dire no. Si riassume così l’ultima novità che arriva da Meta, ed è noto che le Big Tech fanno di tutto per farci sentire coinvolti con l’obbiettivo poi di utilizzarci travestiti da dati sensibili. Così ecco che la notizia che la società di Mark Zuckerberg comincerà anche in Europa ad allenare la sua intelligenza artificiale grazie alle nostre interazioni con Facebook, Instagram e WhatsApp, contiene il paradosso di cui all’inizio: possiamo opporci, ma dobbiamo dirlo chiaramente. Altrimenti è come se avessimo accettato l’inesorabile. In pratica: per alimentare il suo modello Meta AI l’azienda utilizzerà un’enorme quantità di dati, inclusi quelli generati dagli utenti sulle sue piattaforme. Già lo fa negli Stati Uniti, ma qui da noi ha dovuto aspettare dodici mesi per allinearsi alle normative Ue sulla privacy, principalmente a quella sulla protezione dei dati personali chiamata GDPR. Noi, come detto, possiamo opporci. Ma come?
Perché Meta usa i dati per l’AI
Meta ha annunciato che i contenuti condivisi pubblicamente dagli utenti – post, foto con didascalie, commenti, informazioni di profilo e altri dati – possono essere utilizzati per "migliorare i suoi modelli di intelligenza artificiale". Uniche eccezioni le chat privare di WhatsApp e i dati dei minori di 18 anni. Questo significa che le interazioni su Facebook e Instagram possono contribuire ad addestrare gli algoritmi di AI generativa, come quelli che creano testo, immagini o risposte automatizzate.
Questo trattamento, però, non avviene in modo del tutto arbitrario: in Europa, grazie al GDPR, gli utenti hanno diritti ben precisi, incluso il diritto all’opposizione. Ovvero chi risiede nell’Unione Europea, nello Spazio Economico Europeo (SEE) o in Svizzera ha diritto a presentare una richiesta contro l’uso dei propri dati per finalità di addestramento AI. È importante, in questo senso, sapere il perché: anche i contenuti pubblici possono contenere dati personali, e per questo la normativa permette comunque di esercitare un diritto di opposizione.
Cosa si può chiedere a Meta e come fare la richiesta
Secondo le norme Ue si può chiedere che Meta non utilizzi i dati personali per addestrare i modelli di AI, limiti o cessi il trattamento dei contenuti pubblici a fini di AI; fornisca informazioni chiare su quali dati vengono usati, per quali scopi, e con quali basi giuridiche.
Meta ha predisposto un modulo online specifico per la richiesta di opposizione all’uso dei dati personali per l’AI. La procedura è relativamente semplice ma va seguita con attenzione.
- Entrare sulla pagina ufficiale. Il modulo è disponibile sul “Centro assistenza Meta” a questo indirizzo: www.facebook.com/help/contact/ (oppure si può cercare su Google: Meta AI opposizione dati personali modulo)
- Compilare il modulo. Verrà chiesto di indicare: il Paese di residenza (per confermare che si è soggetti alla normativa GDPR); nome e cognome; l’indirizzo mail associato all’account. Meta richiede anche una verifica dell'identità, via mail o con un codice di verifica, per evitare che terzi possano fare richieste per conto di altri utenti.
- Attendere la conferma. Una volta inviata la richiesta, Meta dovrà elaborarla nel rispetto della normativa europea. Generalmente la risposta arriva entro 30 giorni, anche se i tempi possono variare. Se l’opposizione viene accettata, i dati personali non saranno più usati per addestrare i modelli di AI.
Cosa succede se non si invia la richiesta?
Se non si esercita il diritto all’opposizione, l’azienda può continuare a usare i contenuti pubblici per alimentare la propria intelligenza artificiale. Questo significa che frasi, immagini, commenti e altre interazioni pubbliche potrebbero, potenzialmente, finire nei dataset usati per sviluppare sistemi di generazione automatica di contenuti. Come chatbot o strumenti per la creazione di immagini AI. Attenzione: anche se Meta afferma di “anonimizzare” i dati, il rischio che venga ricondotto a una persona specifica non è mai del tutto nullo.
Alternative alla richiesta formale
Oltre a presentare opposizione, ci sono alcuni accorgimenti pratici che si possono adottare per limitare l’uso dei dati. Norme di comportamento base che tutti gli utenti del web e dei social dovrebbero adottare (ma che molti ignorano, volutamente o meno), Ovvero:
- Controllare la privacy dei post limitando la visibilità dei contenuti solo agli amici o a gruppi ristretti;
- Evitare di pubblicare dati sensibili (nomi di bambini, indirizzi, informazioni mediche);
- Consultare regolarmente le impostazioni di privacy sui profili Facebook e Instagram;
- Considerare la possibilità di eliminare vecchi post pubblici che potrebbero essere già stati acquisiti per scopi di AI.
Insomma: presentare una richiesta di
opposizione è semplice e gratuito, e rappresenta un gesto importante per la tutela dei propri diritti digitali. Però dire si per dire no non basta, se poi non siamo a questo non aggiungiamo un po’ di sana prudenza digitale.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.