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La Heidi d’oro di «Striscia la notizia» «Non presto il mio seno al pubblico»

Svizzera solo per convenienze di marketing, Michelle Hunziker si considera italiana a tutti gli effetti, anzi emiliana, anzi bolognese, anzi castelmaggiorese della frazione di Trebbo di Reno. Da tre mesi è lei l’italiana più amata dagli italiani. Altro che la Cuccarini. Con le treccine rigide, la parrucca e il cane San Bernardo mezzo addormentato sulla scrivania di Striscia la notizia, insomma con la sua parodia di un’Heidi stralunata per non dire ebete, o più probabilmente col suo vertiginoso décolleté, ha riportato gli ascolti del tiggì satirico di Antonio Ricci su Canale 5, depressi dalla concorrenza di Pupo su Raiuno, ai record dei tempi d’oro, con punte di 12 milioni di telespettatori.
Nell’arco di 13 settimane ha avuto più copertine lei che qualsiasi altra showgirl nell’arco di un anno, spesso di un’intera carriera: Tv Sorrisi e Canzoni (due), Chi (due), Oggi, Gente, Intimità, Visto, Vanity Fair, Dipiù Tv, Diva e Donna, Stop, Guida Tv, Ok, Telepiù... Totale 24. L’ultima, sul numero di Panorama in edicola, archivia l’annus horribilis segnato dal sospetto che l’avessero plagiata.
Se ne sono accorti in pochi, ma il riscatto mediatico era cominciato con Tutti insieme appassionatamente. Che non è soltanto il titolo del musical portato in scena con successo dalla Hunziker al teatro Sistina di Roma da metà dicembre a metà gennaio. È anche la fotografia di un sogno impossibile coltivato per tre anni e svanito in un’aula del tribunale di Milano: ritrovare nella famiglia allargata quel calore protettivo perduto con la separazione dal marito Eros Ramazzotti. Era appena agosto quando Michelle veniva avvistata dai paparazzi in vacanza a Pantelleria col clan formato dal nuovo compagno e agente Salvatore Passaro, dall’ex fidanzato Marco Sconfienza e dalla madre di quest’ultimo, la pranoterapista ed esperta di cabala Giulia Berghella, che era stata la convivente di Passaro. Un ménage troppo complicato. Non poteva reggere.
Michelle Hunziker è cambiata per effetto di un prana benefico che l’ha trapassata come una folgore. «Ho conosciuto Enzo Biagi al Baretto di via Senato a Milano, complice Antonio Ricci. Il grande giornalista ha appoggiato le sue dita sulle mie e mi ha detto: “Michelina, riprendi in mano la tua vita. Difendila. E difendi anche quella di tua figlia”». In forma poetica, lo stesso consiglio che le era venuto dal giudice Alda Vanoni, con l’ingiunzione a tenere la figlia Aurora, 9 anni, lontana da Passaro.
Ed è proprio lei, «Auri», il primo punto fermo della sua nuova vita: «Mi ero legata ad alcune persone per cercare di darle l’affetto di una famiglia. L’esperimento non ha funzionato. Ci siamo trovati in due, io e il mio ex marito, ad avere dei buoni motivi per allarmarci». Il secondo è il rifiuto del passato: «Capitolo chiuso per sempre. Non aggiungerò una virgola alla malignità che sono state scritte». Il terzo è il cambio di manager: ha scelto Bibi Ballandi, lo stesso di Celentano e Fiorello (la sede della Ballandi Entertainment è, quando si dice il caso, a Sasso Marconi, il paese dell’Appennino bolognese dove Biagi ha la casa di villeggiatura). Il quarto è il ritorno alla continenza conventuale praticata dalla postulante Maria di Tutti insieme appassionatamente prima che la badessa le ordinasse di occuparsi del barone Georg Ritter von Trapp, rimasto vedovo con sette figli da crescere: «Non faccio sesso col primo venuto. Non mi dà niente svegliarmi al mattino accanto a un uomo che mi spaventa».
Già in passato l’ex mattatrice di Zelig aveva vissuto in castità per un anno intero. Adesso l’identificazione con l’angelica governante austriaca interpretata sullo schermo da Julie Andrews nel 1965 è pressoché totale. Lo si capisce cliccando sulla bandiera della Confederazione elvetica ed entrando nel suo sito Internet, col trenino rosso del Bernina che fa ciuf ciuf in sottofondo. Lì dentro si scoprono le passioni segrete di Michelle: la mucca Elsy, i gipfeli («Croissant croccanti. Mai assaggiati? Divini!»), la raclette, il röstie, la fonduta, le cime alpine, i prati con gli edelweiss cantati da Maria.
Come mai dalla Svizzera è venuta a cercare fortuna in Italia?
«Non ho radici. Sono nata nel Canton Ticino 29 anni fa da madre olandese e da padre svizzero tedesco cresciuto in Francia. Mamma s’innamorò di un commerciante di gioielli ferrarese che veniva a Lugano per affari. Immagini che cosa significa, a 16 anni, dover lasciare il primo amore ed essere catapultata a Trebbo di Reno, quattro vecchietti al bar e null’altro. Ho imparato prima il bolognese dell’italiano. Ero disperata».
Preferisce esibirsi in teatro o in Tv?
«In teatro il riscontro del pubblico ce l’hai subito, non devi aspettare i dati di audience del giorno dopo».
Brutta bestia l’Auditel.
«Orrenda. Non li amo per niente gli Sms aziendali che al mattino t’informano: “Sei andata bene, hai fatto così, hai fatto cosà...”».
E se è andata male?
«Non arriva nessun messaggio. Ma lo share basso non mi spaventa. Dal fondo si può solo risalire. Grazie al cielo con Striscia la notizia non ho di questi problemi. Per il momento».
S’era fatto il suo nome come presentatrice del Festival di Sanremo.
«S’era fatto anche il nome di Kate Moss, se è per quello. Giorgio Panariello aveva chiesto di avermi al suo fianco. Ma ho l’esclusiva con Mediaset fino ad agosto».
Pare che la Rai abbia rinunciato a Kate Moss per via delle foto che la ritraevano intenta a tirare cocaina. Lei ha mai sniffato?
«Nooo! Mi guardi in faccia».
La guardo.
«Se l’avessi fatto, lo direi».
La droga non sa che cosa sia.
«Be’, no, dai 15 ai 17 anni qualche canna di marijuana me la sono fatta. In Svizzera è in libera vendita. Ma stupefacenti e alcol confliggono con la mia personalità. Non mi piace perdere il controllo su me stessa e neppure sugli altri. Dopo aver bevuto un bicchiere di vino mi sento stupida».
Circola molta cocaina nel mondo dello spettacolo?
«Sì».
La vede mentre se la passano?
«No, io non la vedo».
Allora come fa a dire che circola?
«L’ho vista da giovane nelle feste private. E poi ci sono molti colleghi che confessano di farne uso».
I lettori di Tv Sorrisi e Canzoni l’hanno messa al quinto posto nella classifica del gradimento, con 6,98. Al quarto posto Eros Ramazzotti con 7,21. Pensa d’essere meno simpatica di lui?
«Va benissimo così. Eros è stato l’amore più importante della mia vita. Prima di sposare lui, non avevo mai partecipato a un matrimonio, nemmeno da invitata».
Perché fra voi è finita?
«Questo lo tengo per me».
Però avete passato il Natale insieme.
«Cerco solo di proteggere Aurora, perseguitata dal gossip. Lei vorrebbe riavvicinarci. La sera, al momento d’andare a nanna, diventa malinconica. Bisogna essere sinceri con i figli, aiutarli a vivere questo dolore, coccolarli, ma non illuderli».
Quindi fra i bisogni di Aurora e i vostri, prevalgono i vostri?
«Non si può stare insieme e far finta di andare d’accordo solo perché c’è di mezzo un bambino. Il nostro non è egoismo. Mio padre e mia madre si sono separati quando avevo 13 anni. Ho sperato che tornassero insieme. Ma ero contentissima di non vedere più i piatti che volavano per casa».
È vero che Ramazzotti ha dovuto andare in analisi dopo la separazione?
«Non so di questa cosa. E comunque non voglio parlarne».
Rinuncerebbe a quello che è per fare solo la mamma?
«No. Io sono una madre prima di tutto. Ma sono anche una donna che ha il diritto d’esprimersi. Mi considero una stagionale. Da maggio ad agosto non ho lavorato e sono sempre stata accanto a mia figlia. Fare la mamma è diverso dall’esserlo. Io sento di esserlo».
L’anno scorso dichiarò che intendeva dare ad Aurora dei fratellini.
«Lo dissi per tener buona la stampa rosa, che vorrebbe vedermi sempre incinta. Ma ora la situazione è cambiata».
Ah già, è tornata alla castità.
«Non mi faccia passare per una suora o per una santona».
Però il sesso non è fra le sue priorità.
«Al contrario, è importantissimo. Perciò aspetto la persona giusta. Le scappatelle mi lasciano dentro il vuoto».
Che cosa viene prima del sesso nella gerarchia della sua vita?
«Né il successo, né i soldi. Come dice Bibi Ballandi, a che ti serve essere il più ricco del cimitero? Preferisco l’amore, il dialogo individuale con le persone, i valori spirituali. Certo, i beni materiali fanno comodo. Ma non ci rendono felici».
Interpreterebbe scene di nudo?
«A 18 anni, quando avevo un rapporto diverso col mio corpo, feci delle foto sexy per Max».
Una rivista per soli uomini.
«Non che adesso mi disgusti apparire sexy. Però non mi va di puntare sul fisico. Il mio seno s’è visto solo nelle foto rubate col teleobiettivo. Ero in vacanza, incinta di sei mesi. Pensavo che le bretelle bianche lasciate dal costume sulla pelle fossero antiestetiche, così mi scoprii. Ho capito che non lo devo più fare. Oggi non me ne frega niente dell’abbronzatura integrale. Purtroppo quelle immagini ancora circolano. Chi è iscritto all’Enpals non può manco far causa. Se ti versano i contributi all’Ente di previdenza dei lavoratori dello spettacolo perdi il diritto alla privacy».
Le foto che le hanno scattato Andreas Bitesnich per Gq e Godly Conrad per Capital, benché tutte a seno coperto, non erano da educanda.
«Il seno ha un valore che va oltre il significato erotico-sessuale. Il seno è la mamma. È stato dato alla donna per allattare. Una cosa intima fra la madre e il bambino, fra la madre e il padre. Non si presta agli amici e al pubblico. Deve restare in famiglia».
Ma il confine del pudore dove passa? Dai capezzoli? Dal pube? Dal fondoschiena?
«Dal seno scende a tutta la zona intima, diciamo».
Un tempo le chiamavano vergogne.
«Non le definirei così. Sono messe lì per una finalità bellissima: fare un bambino. La creazione».
Parla come Papa Ratzinger.
«Ma dài! Però, insomma, i genitali sono...».
Sono?
«Porcaccia la miseria, io quand’ero incinta mi facevo dei film, mi dicevo: pensa te che meraviglia, questa creatura cresce dentro la tua pancia. E meditavo sull’etimologia della parola madre, che deriva dal latino mater, materia. La donna che dà materia allo spirito. L’utero che dà corpo all’anima».
Resterebbe da scoprire il didietro.
«M’è toccato mostrarlo da giovanissima, quando fui selezionata per la pubblicità degli slip Roberta. L’esperienza più umiliante della mia vita. Seicento ragazze con i jeans a mezz’asta davanti a un tizio dei provini che ti diceva: “Fa’ vedere il culo. Visto. Ciao”. Ma quei soldi mi servivano per pagare l’affitto».
Non viveva con sua madre?
«No, abitavo da sola a Milano, in viale Premuda 144. Nei paraggi c’era un cinema a luci rosse frequentato da una fauna che te la raccomando. Una sera mi sono trovata un tizio sul balcone che cercava d’entrarmi in casa. Grattava le tapparelle con le unghie e urlava: “Apri, apri, o sfondo tutto”. Non avevo neppure il telefono per chiedere aiuto. Ho passato due ore seduta sul letto con un coltellaccio da cucina in pugno. Perciò mi appello alle donne: tenete nascosti il sedere e le tette».
Al massimo scoprite le gambe.
«Quelle sono un’espressione di eleganza. Potrei fare un’eccezione per l’ombelico, ma Michele Ferrero non vuole che lo mostri».
Che c’entra Ferrero?
«Sono testimonial delle sue mentine, devo piacere ai bambini e ai padri senza entrare in concorrenza con le madri».
Ieri ho provato a cercare «michelle hunziker calendario» su Google. Il primo dei 181.000 siti che sono usciti – supercalendari.it – tenta di scaricarti sul computer uno di quei dialer che rovinano le famiglie con la bolletta del telefono. Non si sente un po’ in colpa?
«Non avendo mai posato nuda per un calendario, è doppiamente avvilente».
Digitando «albert sabin antipolio» ho trovato appena 267 siti. Eppure lo scopritore del vaccino ha salvato milioni di vite, senza guadagnarci un dollaro.
«Mi usano contro la mia volontà. Con questo non voglio paragonarmi a Madre Teresa di Calcutta. Mi piacerebbe essere uguale a lei. Ma non lo sono».
Ha dovuto faticare molto per diventare Michelle Hunziker?
«Pretendevano di cambiarmi persino il cognome. Ma io ho sempre difeso lo stemma di famiglia: un cane che canta eretto su due zampe. Hunziker viene dal tedesco Hund singender, cane cantante».
Quanto pensa che abbia contato il fisico nel suo successo? Da uno a dieci.
«Tre».
Che fa, nega d’essere bella?
«La bellezza può diventare l’ostacolo più grande. Se sei bella, devi continuamente dimostrare, dimostrare, dimostrare».
Dimostrare che cosa?
«D’essere anche intelligente. È un’ansia di prestazione pazzesca».
Chi l’ha aiutata di più?
«La disciplina».
Credevo Enzo Biagi.
«Il consiglio di un amico aiuta a pensare, non a decidere».
C’era proprio bisogno che questo rapporto speciale, molto privato, fosse sancito da una foto di voi due insieme sulla copertina di Oggi?
«Non so chi l’abbia tirata fuori. È stata una sorpresa anche per me vederla in edicola. M’è dispiaciuto molto».
Vorrei capire se la forza del suo nuovo manager Ballandi deriva dall’essere l’agente di Adriano Celentano o un caro amico di Pier Ferdinando Casini.
«La sua forza consiste nell’essere una persona genuina. Non mi ha fatto mettere l’anello al dito, e neanche al naso. Siamo legati da un rapporto verbale, lavoriamo sui progetti. Ballandi preferisce prendere un artista, mandarlo nei piccoli teatri di provincia a far laboratorio, vederlo crescere. È il metodo di Zelig, quello che amo di più».
Le propongo un gioco. Proviamo a costruire una Hunziker-Frankenstein.
«Ma io sono Frankenstein!». (Mostra una cicatrice sul polso). «Tunnel carpale a 8 anni. Poi ernia e appendicite. Sono persino nata con due costole in più».
Il Padreterno poteva attingere da lei per fare Adamo.
«Mi hanno anche segato due ossa soprannumerarie che sporgevano dai calcagni».
A proposito di Eva. Che cos’ha in più o in meno rispetto alla Henger, che ha preso il suo posto a Paperissima?
«La ringrazio per questa domanda».
Dunque vorrebbe avere il viso di...
«Grace Kelly».
Gli occhi di...
«Iman Abdulmajid, la moglie somala di David Bowie».
Il seno di...
«Sophia Loren. Per quanto anche nel mio non vi sia traccia di silicone».
La bocca di...
«Mio nonno Adolf Hunziker. Era proprietario del ristorante Gambrinus di Lugano».
Con che cosa sbianca i suoi denti?
«Non li sbianco. L’importante è lavarli per 20 minuti mattina e sera. A mezzogiorno solo una sciacquata».
Ho letto che potrebbe innamorarsi dell’uomo più brutto del pianeta a patto che sia intelligente e sfoggi dei denti bellissimi.
«Deve avere anche un po’ di charme».
Come il Rhett Butler di Via col vento?
«Non era male».
Aga Hruska, il dentista di Clark Gable, mi raccontò che l’amante di Rossella O’Hara aveva i denti radi e il fiato pesantissimo a causa di una paradontosi. Non è tutto avorio quel che luccica.
«No, la prego, no! Allora mi prendo Ashley Wilkes. Tutto, ma non la paradontosi! È il mio terrore. Vivo appesa al filo interdentale».
Qual è la cosa più importante della vita?
«Imparare a conoscersi per non morire ignoranti».
Può dire in tutta coscienza di non essere mai stata plagiata?
«Sì. Sono sempre stata consapevole di ciò che facevo. Errori compresi».
(322. Continua)
stefano.

lorenzetto@ilgiornale.it

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