High School Musical, la sfida tra artisti che ricorda più Happy Days che Grease

Ieri all'Allianz teatro di Milano l'anteprima dello show tratto dalla serie tv della Disney (già 35mila prenotazioni): buene interpretazioni e clima idilliaco

High School Musical, la sfida tra artisti 
che ricorda più Happy Days che Grease

Milano - C’è l’aria del grande evento all’Allianz teatro di Milano, accompagnata dalla soddisfazione di aver portato per la prima volta dalle nostre parti una produzione targata Disney. Ieri l’anteprima di High School Musical è stata una lampante dimostrazione di quanto sia atteso lo show per teen ager realizzato dalla Compagnia della Rancia che ha conquistato il mondo e che debutterà mercoledì.

Per un mese di spettacoli all’Allianz si sono prenotati più o meno 35mila ragazzini (si suppone in gran parte signorine) per vedere Jacopo Sarno, lo Zac Efron italiano. È lui il playboy della under 21 italiana, quello che nel ruolo di Troy Bolton deve far dimenticare il mitico Zac. E Jacopo, 18 anni contro i 21 di Efron, dall’aria più infantile ma meno plastificata, si cala con naturalezza nei panni del leader, del capitano della squadra di basket della East High School di Albuquerque, nel New Mexico. Il college fa da sfondo a questa storia che vive di buoni sentimenti e di allegria senza scivolare nella melassa del buonismo. Una specie di Grease del Duemila, come dichiara il regista Saverio Marconi? Chissà; sicuramente qui ci son meno sudore e lacrime, c’è meno vita di strada, meno trasgressione. Ma non mancano certo l’avventura, i momenti avvincenti, un pizzico di Pleasantville e la partecipazione del pubblico per la sfida fra tre gruppi studenteschi: quello degli sportivi-campioncini della pallacanestro, quello dei secchioni o geni della matematica e quello degli artisti teatrali. Troy pensa solo a tirare a canestro e Gabriella Montes (interpretata dalla disinvolta Denise Faro, che regge il confronto con l’originale Vanessa Hudgens) ha in testa solo numeri e massimi sistemi. I due s’incontrano, s’innamorano e, per una serie di strane circostanze - prima tra tutte la versione neofemminista di Giulietta e Romeo - si fanno coinvolgere dalla febbre del sabato sera. Nulla di eccitante e pruriginoso, niente discoteche e sensazionalismi alla Tony Manero.

Qui c’è in ballo il musical della scuola, il saggio teatrale; quindi bisogna darci dentro con coreografie e passi raffinati, coloriti, che tutti i protagonisti affrontano con trasporto e naturalezza, animati da una travolgente voglia di emulare i loro epigoni americani ma con indiscussa personalità. Sarno-Troy (già tenero volto canoro di Disney Channel) affronta con sicurezza il pop volando attraverso le versioni italiane dei classici dell'opera, dalla tenera e romantica Qualcuno come te (la canzone che nel musical rivela il talento di Troy e Gabriella rispetto a quello dei «nemici» Sharpay e Ryan, bravissimi però a loro volta nella travolgente Bop to the Top) alla dolorosa (dove Gabriella piange il ritorno - provvisorio - di Troy agli amici e al basket) alla conclusiva e corale We’re All In This Together. Alla versione italiana poi Disney ha regalato anche due brani inediti. Belle melodie ben interpretate, coreografie di Gillian Bruce (inglese trapiantato a Milano) che gratificano l’occhio, il buon lavoro dei solisti e al tempo stesso la coesione dell’insieme. Azzeccatissime le coreografie, dalla danza sul campo di basket agli strampalati personaggi delle audizioni. E non importa se l’happy end è troppo happy, perché al successo dello spettacolo si affiancano la vittoria nel campionato di pallacanestro e quella nella sfida del decathlon scientifico di fine anno, senza parlare del trionfo della coppia acqua e sapone Troy e Gabriella contro la pin up Sharpay e il modaiolo Ryan.

Comunque l'obiettivo è raggiunto, il teatro, all’inizio snobbato e deriso, prende la sua grande rivincita. Tutto troppo rosa? Un po’ di ottimismo di questi tempi certo non guasta. I ragazzi hanno voglia (e diritto) di sognare, lo dimostrano show televisivi come Amici e X Factor.

Tony Manero, purtroppo o per fortuna, ora appartiene a un altro mondo. Gli applausi scroscianti, le risate, i gridolini sono di prammatica ma non meno sinceri ed entusiasti, più di un sicuro presagio del successo che lo show avrà anche dalle nostre parti.

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