La telefonata al 113 di Milano, poco dopo mezzanotte di martedì, ha fatto scattare lallarme rosso. «Venite a casa mia, ho ucciso mia moglie. Quando tornano i figli sparo anche a loro». Una comunicazione credibile fatta dal telefono di casa con laggiunta di nome e indirizzo: quello di Rho, in via Capuana. In pochi minuti sul posto si sono precipitati i carabinieri che, con il fiato in gola, hanno raggiunto a piedi il settimo piano del palazzo. Per fare irruzione poi nellappartamento, pensando di trovare al di là delluscio la scena del delitto presidiata dalluomo armato. In realtà cerano soltanto una signora cinquantenne e i suoi figli, tutti molto stupiti dal blitz notturno degli uomini in divisa. Insomma nessun cadavere, nessun assassino pronto a colpire ancora.
«È stato mio marito a telefonare ha spiegato la signora -; ogni tanto ne combina una. Abbiamo semplicemente litigato come accade spesso e se nè andato».
Cessato lallarme e rassicurate le decine di inquilini che si erano radunati nel cortile del popoloso condominio, i carabinieri si sono messi alla ricerca del mitomane, se non altro per denunciarlo per procurato allarme. Ma non ce nè stato bisogno. Poco dopo infatti, lequipaggio intervenuto è stato richiamato in sede perché il fantomatico assassino aveva bussato al portone della caserma. Rientrati, i due graduati si sono ritrovati di fronte un uomo di 55 anni, fuori di sé, stupito di vederli senza la consorte in manette.
«Ma come ha esordito non lavete arrestata? Guardate cosa mi ha fatto quella pazza: mi ha sfigurato». In effetti, a giudicare dalle ecchimosi e dai graffi, il marito le aveva prese di santa ragione. E ai militari è apparso subito chiaro che quel tipo si era inventato il delitto solo per vendicarsi della moglie manesca.
Quando luomo ha poi capito che lunico a finire nei guai sarebbe stato lui, è stato vinto dallira: si è allora scagliato contro un brigadiere colpendolo a pugni e calci e costringendolo a ricorrere al pronto soccorso.
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