da Milano
È nata come uno scherzo sul web. E da lì ha fatto il giro del mondo. Articoli, persino sui quotidiani dellAmerica Latina, polemiche, riprese teatrali. Ora la falsa conversazione fra Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, un florilegio di piccanti ammiccamenti a sfondo sessuale, finisce definitivamente, o almeno così dovrebbe, in archivio. Lautore, il fantasioso studente padovano Leonardo Bianchi, si è cosparso il capo di cenere e ha scritto una lettera inginocchiata al bersaglio numero uno del fantagossip: il premier. E Berlusconi ha deciso di chiudere lincidente: «Non denuncerà Bianchi», assicura lavvocato Niccolò Ghedini.
«I testi recentemente pubblicati sul mio sito internet - spiega Bianchi - non hanno alcun fondamento di veridicità e sono assolutamente inventati e frutto esclusivamente della mia fantasia». Naturalmente, legioni di presunti esperti e di dietrologi diranno e giureranno per leternità il contrario: ipotizzeranno misteriose fonti coperte e sosterranno che il giovane si è abbeverato a quei pozzi. Ma Bianchi, preoccupatissimo per le possibili conseguenze della sua impresa goliardica, prova a spegnere lincendio con lestintore della richiesta di perdono: «La mia intenzione era esclusivamente quella di una satira feroce rivolta allatteggiamento che il sistema mediatico ha tenuto in relazione alla vicenda di presunte intercettazioni riguardanti lattuale presidente del consiglio».
Si sa, da Napoli filtravano indiscrezioni sulle famose intercettazioni dellinchiesta riguardante Berlusconi e lex direttore di RaiFiction Agostino Saccà. In realtà quei testi non sono mai usciti dagli uffici della Procura di Napoli, perché ritenuti irrilevanti, e non sono stati divulgati e pubblicati; lindagine, intanto, è stata spostata a Roma, ma Bianchi ha pensato bene di diffondere unintercettazione patacca che ovviamente moltissime persone, dopo un secondo, hanno preso per vera. «I miei scritti - ripete il giovane - altro non sono che dei palesi falsi, esclusivamente animati da spirito satirico, sicuramente non ascrivibili ad alcuna strumentalità politica di sorta».
Il punto è che il gioco è sfuggito di mano: «Dal mio sito web, poco conosciuto e frequentato solo da alcuni amici, sono stati ripresi e sono rimbalzati in tutta la rete in maniera fragorosa e assurdamente amplificata senza che io lo immaginassi».
A Bianchi non restano che le scuse. Ben accolte ad Arcore. «Silvio Berlusconi - spiega Niccolò Ghedini - ha letto la lettera e ritiene che il caso finisca qua.
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