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Honduras, inferno in carcere Oltre 300 detenuti morti per asfissia o carbonizzati

Nella notte un incendio è divampato nel carcere di Comayagua, nell'Honduras centrale. Oltre 300 detenuti sono morti. All'appello ne mancano 356

Honduras, inferno in carcere Oltre 300 detenuti morti per asfissia o carbonizzati

Un inferno tra le sbarre. L'incendio che si è sprigionato nella prigione di Comayagua, nell’Honduras centrale, è l’incidente più grave che colpisce negli ultimi anni un carcere del paese. Sono ancora in corso le operazioni di salvataggio, ma il bilancio delle vittime continua inesorabilmente a salire. Si parla di oltre 300 detenuti morti per asfissia o carbonizzati nelle celle. Ma mancano ancora all'appello 356 persone.

"Stiamo estraendo cadaveri", ha dichiarato il direttore della prigione, Danilo Orellana, spiegando che "la situazione è grave. La maggior parte delle vittime sono state soffocate".

Dalle prime indiscrezioni, a far scoppiare l'incendio, intorno alle 22.50 di ieri (le 5.50 di questa mattina in Italia) potrebbe essere stato un corto circuito o un'azione dolosa di un detenuto. E' esclusa come causa del rogo una rivolta dei detenuti.

Il carcere, circa 90 chilometri a nord della capitale Tegucigalpa, ospita circa 850 detenuti, mentre la capienza è di 450. Testimoni hanno raccontato che alcuni detenuti hanno schivato le fiamme arrampicandosi sul tetto e poi saltando giù, con alcuni che avrebbero approfittato della confusione per evadere.

Centinaia di familiari dei detenuti si sono scontrati con la polizia e hanno fatto irruzione nel penitenziario. Un corrispondente della France presse ha visto uomini, donne e bambini varcare gli ingressi del carcere, dopo aver vinto la resistenza degli agenti. 

A luglio del 2010 il presidente honduregno Porfirio Lobo aveva dichiarato lo stato di emergenza in nove delle 24 carceri del Paese, definite dall'allora ministro per la Sicurezza come "università del crimine", a causa del sovraffollamento.

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