Talvolta qualcuno mi domanda se sia difficile trovare ogni domenica un personaggio sportivo cui assegnare il Bamba della settimana.
Rispondo pubblicamente.
La Provvidenza è generosa e mi pone nell’imbarazzo della scelta. Ma nel caso improbabile che un giorno rimanessi senza papabili, incoronerei me stesso: ho l’armadio pieno di bambanate. Oggi comunque vado sul sicuro: «giro» il Bamba a Huntelaar, attaccante del Milan, che nel recupero di mercoledì a Firenze ha segnato il gol del temporaneo pareggio, italianamente festeggiando l’evento (non frequentissimo per lui) con il classico gesto dell’ombrello rivolto al pubblico.
Motivo? A parte che non può essercene uno che giustifichi una burinata simile, il giocatore ha detto a fine partita: ero molto teso e, quando ho visto la palla entrare in rete, mi sono sfogato così.
La speranza è che Huntelaar non abbia inaugurato un filone espressivo destinato ad entrare nella liturgia del gol.
I precedenti non mi lasciano tranquillo. Ricordo un Ravanelli che, felice di aver marcato un punto, sfilò la maglia dai pantaloncini e se la tirò sul volto, correndo alla cieca per tutto il campo in cerca di applausi e abbracci. La scemenza fu talmente apprezzata dai calciatori da essere imitata da molti di essi e addirittura perfezionata: oggi capita di vedere giovanotti che, dopo una rete, si tolgono completamente la casacca lanciandola in tribuna affinché il popolo la trattenga quale reliquia. Risultato dello spogliarello: ammonizione.
Questo per dire come la volgarità sia contagiosa. Transeat. Torniamo al nordico Huntelaar. La cosa sorprendente è che il ragazzo l’ha fatta franca: neanche lo straccio di un cartellino giallo.
Nessuno ha visto l’ombrello galeotto, nemmeno il cosiddetto quarto arbitro. Solo successivamente alcune fotografie hanno documentato il gestaccio, inchiodando il puntero alla sua cafonaggine. Il Bamba al milanista è dunque di rigore: la prova dell’obiettivo è valida a tutti gli effetti.
Ma un interrogativo resta in sospeso: che sarebbe successo se lo sberleffo lo avesse fatto Balotelli anziché Huntelaar? Titoloni, paginate di giornali, dibattiti televisivi, interventi di psicologi sociologi teologi e tuttologi, anatemi, cortei, interrogazioni parlamentari. E pensare che in circostanze del genere non c’è bisogno di tante parole: basta un Bamba, parente stretto di pirla.
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