Il tanto sospirato processo di stabilizzazione dei 900 precari di Lazio Service ancora non decolla. E questo malgrado laccordo raggiunto con i sindacati lo scorso dicembre e i proclami dellassessore alle Risorse umane Marco Di Stefano che in tempi recenti aveva annunciato lassunzione di 250 di loro. Così ieri in 150 si sono dati appuntamento davanti alla sede della giunta regionale per protestare contro il mancato rispetto degli impegni presi. Lironia degli striscioni esposti parlava da sola, come testimoniava lo slogan «Verba volant, scripta... pure». Già, perché in realtà cè stato un momento in cui pareva che la questione stesse per chiudersi: «A febbraio la giunta regionale aveva chiamato, a titolo simbolico, 8 lavoratori per siglare davanti a giornalisti e fotografi il contratto a tempo indeterminato - ha sottolineato Alberto, uno dei promotori della manifestazione - ma al momento di firmare i contratti erano spariti. Da allora la prospettiva di assunzione è sembrata naufragare. E a giugno i contratti scadranno. Così la Regione si troverà con un migliaio di disoccupati in più».
Sostegno ai precari è stato espresso da Fabio Desideri, il capogruppo della Democrazia cristiana per le Autonomie alla Pisana: «Loperazione Lazio Service messa in atto dallesecutivo regionale sarà ricordata come la madre di tutte le farse del quinquennio Marrazzo. Mi chiedo come possano dormire sonni tranquilli gli assessori Pompili e Di Stefano dopo aver promesso, davanti alla stampa, lassunzione di 900 precari, mentre in realtà questi vengono mandati a casa a scaglioni. Lamministrazione regionale di un paese normale, recitato il mea culpa, si affretterebbe a rinnovare i contratti scaduti e a mantenere la solenne promessa sulla stabilizzazione». Battagliero anche il consigliere regionale di An Francesco Lollobrigida: «Sui precari di questa società esigiamo risposte certe e immediate. Chiediamo con forza alla maggioranza di mantener fede agli accordi sottoscritti tra Regione e sindacanti per lassunzione in quattro fasi di tutti i lavoratori. Il processo sarebbe dovuto partire il 31 gennaio scorso: qualcuno ci spieghi una volta per tutte cosa è successo».
Mentre i lavoratori esprimevano il proprio disagio alla Pisana era in corso un incontro fra i rappresentanti della Regione e i sindacati.
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