di Luigi Cucchi
Una corretta esposizione ai raggi solari stimola le funzioni endocrine, rende il fisico più tonico e vitale, aumenta la produzione di serotonina e testosterone: funziona, in pratica, come un antidepressivo naturale. Tra gli effetti benefici dei raggi solari il più noto è quello di stimolare la produzione di vitamina D, fondamentale per un corretto assorbimento del calcio. Positiva l'azione anche in alcune patologie cutanee, come la dermatite seborroica e la psoriasi.
Chi si espone ai raggi solari senza cautela va però incontro a rischi per la salute, a cominciare dai brutti segni sulla pelle, difficili da trattare e da eliminare. Esposizioni sbagliate, frequenti scottature, abusi di lampade abbronzanti sono soprattutto fattori di rischio per la formazione di tumori della pelle. Fino a pochi anni fa si riteneva che bastasse evitare le ore centrali della giornata e utilizzare una buona crema solare per evitare i danni del sole. Oggi si sa che l'importante non è solo il momento dell'esposizione, ma il tempo di permanenza al sole e nemmeno l'utilizzo di creme solari può assicurare una protezione completa. In particolare, i bambini sotto i quattro anni devono essere protetti con cappello, occhiali e maglietta.
La pelle si difende sostanzialmente con due meccanismi: l'iperpigmentazione (abbronzatura) e l'iperplasia epidermica (ispessimento dello strato superficiale). I danni che ne derivano sono prevalentemente mutazioni a carico del nucleo dei cheratinociti per quanto riguarda gli Uvb e degenerazione delle fibre elastiche del derma per quanto riguarda gli UVA. Questi effetti ripetuti nel tempo sono responsabili della fotocarcinogenesi e del fotoinvecchiamento. Subito dopo l'esposizione al sole si possono inoltre manifestare danni acuti come eritemi, ustioni e reazioni fototossiche a farmaci.
I tumori cutanei, definiti carcinomi, sono indotti dall'esposizione alle radiazioni ultraviolette e sono tra le più comuni neoplasie nella popolazione. In Italia ogni anno ne vengono diagnosticati circa 250mila. Compaiono soprattutto nelle parti del corpo più esposte alla luce come testa, parte alta del tronco, mani. Inoltre, una grave fotoustione, ciò che viene comunemente chiamata scottatura, in età infantile può aumentare il rischio di tumore cutaneo anche del 50%.
I nei o nevi sono macchie cutanee formati da cellule chiamate melanociti, che producono la melanina cioè il pigmento che dà l'abbronzatura alla pelle quando ci si espone al sole.
Quando alcune cellule degenerano possono dar origine a un tumore chiamato melanoma. Tra i primi in Europa a studiarli furono all'Istituto Tumori di Milano i professori Umberto Veronesi e Cascinelli. È un tumore molto aggressivo: occorre individuarlo nelle prime fasi di crescita ed eliminarlo per via chirurgica. Per poter distinguere tra un neo magari grande e irregolare, ma benigno, e una piccola chiazza scura che è un melanoma, oggi si esegue l'esame dermoscopico computerizzato.
D'estate si trascurano anche gli occhi. Sole, vento, sabbia, cloro, li sottopongono a continui insulti e stimoli irritativi a cui di solito non sono abituati. Per prevenire i danni oculari ed evitare il peggioramento di malattie già esistenti, è fondamentale uno schermo, soprattutto quando si passano molte ore sotto il sole, sulla spiaggia (anche all'ombra) o ad alta quota in montagna, dove il filtro offerto dall'atmosfera è meno efficace e i livelli degli ultravioletti sono maggiori. La mancanza di una valida protezione può danneggiare la cornea, che subisce una lesione epiteliale, con conseguente bruciore oculare intenso.
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