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I Benetton post-Telecom si ritrovano re Mida nei servizi per chi viaggia

Gilberto Benetton, presidente di Edizione holding, la finanziaria della famiglia di Ponzano Veneto, «esclude nella maniera più assoluta» un interesse per Coin, su cui sono state ricamate alcune indiscrezioni. Nega anche attrazione per Enel Green power: «Non siamo più interessati. Era un’ipotesi ventilata a suo tempo. Loro non sbloccano e noi prendiamo altre strade». Non strade, autostrade è il caso di dire. A che punto sta l’iter per l’aumento delle tariffe aeroportuali? chiediamo, passando a un altro business della famiglia, che possiede Aeroporti di Roma e quote in altri scali: «Non si sono ancora sbloccate. E intanto - aggiunge con un sorrisetto - restano fermi anche i nostri investimenti». Vi consolate con gli aumenti dei pedaggi autostradali, osserviamo (i Benetton controllano Atlantia): «Gli aumenti ci sono, ma in tasca nostra non finisce nulla. É un equivoco che andrebbe chiarito una volta per tutte». Siete contenti della partecipazione in Alitalia? (i Benetton sono tra i primi azionisti di Cai): «Non era davvero il caso di perdere la compagnia nazionale. Noi lo abbiamo fatto anche in un’ottica difensiva del nostro investimento a Fiumicino. Però occorrerà un aumento di capitale, lo ha detto anche Colaninno. Mi pare che i soldi stiano finendo...»
I Benetton sono pieni di energia, su tanti fronti, specie ora che si sono tolti quel peso dallo stomaco di Telecom Italia: una perdita di 1,8 miliardi per un’avventura nelle telecomunicazioni durata otto anni. Un caso storico: uno dei pochi, forse l’unico caso in cui la famiglia veneta è andata sotto. Tutto il resto rifulge, come sotto il tocco di re Mida.
Un vero gioiello è Autogrill, che ieri ha inaugurato alla Stazione Centrale di Milano una «Sky Lounge», un grande bar sulla terrazza Est, affacciata sulla testa dei treni. (Una realizzazione che soddisferà anche molte esigenze d’attesa dei viaggiatori). Il bar, che secondo le stime dell’ad, Gianmario Tondato, genererà ricavi per circa un milione all’anno, è anche un esempio delle sinergie che i Benetton hanno saputo creare tra i loro business legati all’«economia dei flussi»: Grandi Stazioni, la società che gestisce le aree commerciali e i servizi dei più importanti scali ferrovieri italiani, è partecipata dai Benetton; e ospita all’interno della Centrale di Milano vari marchi del gruppo Veneto, da Benetton United colours ad Autogrill, Spizzico, Segafredo, Time cafè, Acafè. Autogrill, che fattura 5,7 miliardi di cui il 40% negli Stati Uniti e «solo» 1,3 miliardi in Italia, è la prima società al mondo nella ristorazione per chi viaggia e nel retail aeroportuale, qui con forti soddisfazioni dai duty free inglesi: nel 2009 il traffico aereo in Gran Bretagna è calato del 6% ma gli incassi di World Duty Free, la società del gruppo, sono aumentati del 6,4%.


Quanto a Grandi Stazioni (60% Fs, 40% Caltagirone, Pirelli, Benetton più Scnf), l’ad Fabio Battaggia ha confermato quanto a suo tempo dichiarato dal presidente delle Fs Innocenzo Cipolletta: «Noi per la Borsa siamo già pronti».

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