È davvero finita lalleanza fra Lega e Pdl? Il Carroccio lombardo ha platealmente annunciato la decisione di correre solo alle prossime elezioni - le Comunali di primavera, che interesseranno Monza, Como e alcuni importanti centri del Milanese. Eppure alla ineluttabilità dello strappo, che i dirigenti «lumbard» danno per certo «senza se e senza ma», dentro il maggior partito del centrodestra sembrano credere in pochi. Certo, Pdl e Lega sul governo Monti hanno scelto strade diverse: sostegno responsabile per il primo, opposizione barricadera per i «padani».
Ciò nonostante, non sono rare, fra gli azzurri, le voci di coloro che ritengono possibile confermare lintesa tradizionale, che peraltro regge le maggiori amministrazioni regionali del Nord (Lombardia, Veneto e Piemonte) e una miriade di enti locali, fra Province e Comuni. Non si rassegna, e si dice convinto che si sia la possibilità di ricucire, per esempio, il governatore Roberto Formigoni, che sulla storica alleanza Pdl-Lega ha fondato il suo lungo «regno» in Regione. «Dobbiamo lavorare molto per ricostruire lalleanza che - ha detto Formigoni ieri a Pero - in Lombardia va molto bene». «La Lega - ha ricordato il governatore - ha riconfermato in pieno il suo totale sostegno alla nostra giunta». «Speriamo - ha concluso - che la Lega accetti di essere ancora con noi ma saremo comunque pronti a mettere in campo tutte le nostre energie, i nostri uomini migliori per presentarci da possibili vincenti alle prossime elezioni amministrative».
«Con la Lega ci deve essere una riflessione comune» ha detto anche il presidente della Provincia Guido Podestà. Porta aperta, ma senza subalternità, anche da parte del coordinatore nazionale Ignazio La Russa: «Se qualcuno pensa che ci ossa essere una subordinazione o assenza di pari dignità - ha avvertito - la Lega sappia che abbiamo forze, uomini, ideali ed elettori per fare anche senza la Lega». La Russa ha spiegato di essere «fortemente convinto che si debba tentare di mantenere lalleanza con la Lega».
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