Alle 20.45 di domenica andrà in scena allo stadio Ferraris l'84° derby ufficiale della Lanterna (30 vittorie della Samp, 20 del Genoa e 33 pari), il 72° di campionato se si escludono i 12 incontri di coppa Italia e ci si limita ai 16 di serie B e ai 55 di serie A il cui score fissa 19 successi della Sampdoria, 13 del Genoa e 23 pari.
Che derby sarà? Ribadisco che la Samp di Del Neri e il Genoa di Gasperini stanno sfruttando al massimo il potenziale messo a disposizione da Garrone e Preziosi, essendo riusciti ad attestarsi nella parte sinistra del tabellone di serie A. Ho scritto che pretendere che l'una o l'altra possa infine battere la concorrenza maggiormente qualificata di Palermo Napoli e Juventus per il 4° posto sarebbe eccessivo.
Ecco, se la «pretesa» è sfortunatamente diventata più che eccessiva nei confronti del Grifone deludentemente bloccato a Marassi dal Livorno, l'assunto non vale fortunatamente più - almeno in via assoluta - nei riguardi della Sampdoria che battendo a domicilio il Chievo ha guadagnato di colpo 3 punti su Palermo e Juventus battuti da Catania e Udinese e 2 sul Napoli fermato dalla Lazio. Cosiccome la stagione scorsa (mentre la Sampdoria di Mazzarri chiudeva al 12° posto alla pari con il Napoli) il Genoa di Gasperini riuscì a raggiungere infine l'invidiabile 4° posto (alla stratosferica quota 68) alla pari con la Fiorentina che soltanto in virtù degli scontri diretti gli soffiò i prestigiosi preliminari di Champions League, a sei tappe dal traguardo la clamorosa impresa appare stavolta possibile per la squadra di Del Neri che lodevolmente sta condividendo con il Palermo la preziosa quarta piazza a quota 51.
Se poi qualcuno mi chiedesse il motivo di questo rendimento di Samp e Genoa a tal punto altalenante da apparire schizzofrenico, risponderei d'acchito: per com'è attualmente impostata, vantaggi zero a petto di svantaggi a iosa, maledetta Europa League! Ebbe infatti tutte le ragioni di lamentarsene l'anno scorso Mazzarri, la cui Sampdoria sotto stress fu condizionata da una serie impressionante di infortuni sui due fronti; ha tutte le ragioni di dolersene stavolta Gasperini, che a causa del gravoso doppio impegno del Grifone è riuscito addirittura a battere la serie-record di disgrazie dei cugini. Principalmente così, secondo me, si spiegano insomma la mostruosità dei 22 punti del pregresso vantaggio finale del Genoa sulla Sampdoria, a petto degli attuali 11 punti in più dei blucerchiati e dei 12 in meno dei rossoblu - totale 23 - rispetto al campionato scorso.
Ma sappiamo bene che quella Sampdoria sbagliò gran parte della campagna estiva e ci mise una pezza solo riuscendo ad acquistare Pazzini a gennaio e scoprendo in extremis Marilungo. E sappiamo bene che questo Genoa ha erroneamente sottovalutato l'età avanzata, il logorio fisico e lo spessore tecnico dei vedovi di Thiago Motta (Milanetto è l'eccezione che conferma la regola) nella zona cruciale del campo nonché la precarietà atletica e/o l'immaturità di taluni più o meno giovani di belle speranze di difesa e d'attacco, intanto che ha clamorosamente fallito la scelta degli eredi di Milito. Quello del centravanti era un problema che solo Floccari avrebbe potuto risolvere soddisfacentemente: e purtroppo sappiamo com'è andata. E semmai per fortuna, anzi per decisionismo di Preziosi e fiuto dei suoi osservatori, è spuntato dal cilindro di Gasperini questo Richmond Boakye che contro il Palermo ha segnato all'esordio in serie A a 17 anni 2 mesi e 6 giorni, buon terzo ognitempo nella speciale classifica guidata dal sampdoriano Giorgio De Giorgis (3 novembre 1974: gol alla Juve a 17 anni e 21 giorni) e dal torinista Giobatta Moschino (26 maggio 1956: gol al Novara a 17 anni un mese e 29 giorni). Il ghanese Boakye, centravanti titolare della Primavera rossoblu, ha dimostrato di avere tutto - fisicaccio, tecnica invidiabile, faccia buona e cervello vispo - per garantirsi una carriera extra strong. Se Preziosi resiste alla tentazione di scoppiarselo in culla, per i prossimi anni il Genoa è a cavallo.
Ma insomma siamo al derby di ritorno e mi chiedevo: che derby sarà? Pesco fior da fiore nel sacchetto delle motivazioni.
Tutto l'ambiente blucerchiato chiede in via primaria tremenda vendetta per il tragico 3-0 dell'andata che ha fatto seguito ai brucianti 3-1 e 1-0 del campionato scorso: troppo per chi era abituato al dominio cittadino.
I maggiorenti dello spogliatoio blucerchiato, in linea con il manifesto programmatico di Edoardo Garrone («Se si va in Champions, garantisco i rinforzi per il salto di qualità»), l'han giurato: «Se sarà 4° posto, nessuno lascerà la Sampdoria». Del Neri, Palombo, Cassano, Pazzini e compagni si rendono conto che, battendo il Genoa, sull'onda dell'entusiasmo tutto diventerebbe possibile ospitando Milan Livorno e Napoli e facendo visita a Roma e Palermo. Con 15 punti in palio nella serie di ferro, come minimo si vivrebbero cinque sfide grondanti gloria sparsa, come massimo sarebbe trionfale ingresso in Champions League.
L'intero ambiente rossoblu chiede in via primaria la vittoria - o almeno il pareggio - affinché le speranze blucerchiate di Champions vengano spente sul più bello. I tifosi rossoblu più impauriti implorano un'orgogliosa reazione alle ultime avvisaglie di smobilitazione. I tifosi rossoblu più avveduti chiedono i 3 punti affinché, sull'onda dell'entusiasmo e grazie al calendario apparentemente favorevole (Parma Bari e Catania in trasferta, Lazio e Milan a Marassi) rispetto a quello blucerchiato, il Grifone possa ribadire in zona Cesarini la superiorità cittadina che le conclamate ambizioni di Preziosi intendevano felicemente confermare.
I tifosi rossoblu da sbarco chiedono i 3 punti perché con questo campionato da alti e bassi un miracolistico 4° posto potrebbe ancora scapparci.
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