Marta Bravi
«Federigo Borromeo, nato nel 1564, fu degli uomini rari in qualunque tempo, che abbiano impiegato un ingegno egregio, tutti i mezzi duna grande opulenza, tutti i vantaggi duna condizione privilegiata, un intento continuo, nella ricerca e nellesercizio del meglio. La sua vita è come un ruscello che, scaturito limpido dalla roccia... va limpido a gettarsi nel fiume». Così scriveva il Manzoni nel XXII capitolo dei «Promessi sposi», introducendo la figura di Federico Borromeo. E per celebrare questo grande personaggio monsignor Luigi Crivelli presenta oggi, alle 18, al Museo diocesano, corso di porta Ticinese 95, la sua ultima fatica «Carlo e Federico. La luce borromaica nella Milano spagnola». Insieme allautore saranno presenti Paolo Biscottini, direttore del museo che ospita la mostra sui Borromeo (mostra che eccezionalmente rimarrà aperta al pubblico fino alle 19.30), Marco Carminati, critico del Sole-24Ore e Stefano Zuffi, esperto di storia milanese. Perché Carlo e Federico illuminarono, come suggerisce il titolo del libro, il difficile settantennio (1560-1631) che vide Milano flagellata per ben due volte dalla peste e soggiogata dalla corrotta e prepotente dominazione spagnola. Luno, Carlo, nominato nel 1560 da Papa Pio IV amministratore dellarcidiocesi di Milano, passò alla storia - come ricorda nella sua rigorosa ricostruzione monsignor Crivelli - come santo, come intransigente riformatore, generoso e zelante verso la città. Laltro, Federico, «glorificato» dal Manzoni per la sua attività culturale, condusse, ricorda lautore, lazione pastorale in maniera più conciliante del cugino. Alla prova dei fatti i due Borromeo dovettero scontrarsi con lo strapotere della corona spagnola, ergendosi a difensori della giurisdizione ecclesiale ma soprattutto dellanima e della identità civica della città.
Per approfondire questo periodo storico che esercita ancora oggi il suo fascino, il Museo diocesano ha in programma due conferenze: martedì 28 febbraio (ore 18) si parlerà di «Dominazione spagnola. Valutazioni attuali», mentre martedì 11 aprile sarà la volta de «La peste nelletà borromaica: unoccasione storica e letteraria per guardare la contemporaneità».
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