MilanoE alla fine i calciatori di serie A decisero di incrociare i piedi. La quinta di campionato prevista per il 25-26 settembre, con partite come Roma-Inter, Milan-Genoa e Juventus-Cagliari non si giocherà per lo sciopero proclamato ieri dallAssocalciatori per protestare contro la posizione della Lega di A sul rinnovo del contratto collettivo. Tutto nasce dalla piattaforma varata nellassemblea delle 20 società di A che vogliono un accordo molto rinnovato con un ridimensionamento soprattutto delle tutele salariali. I presidenti chiedono ai calciatori di accettare un modello contrattuale con una parte di salario variabile (legato agli obiettivi) sempre più ampio e una parte fissa sempre meno consistente. Inoltre le società non intendono più accettare in sede di mercato continui rifiuti ai trasferimenti proposti ai calciatori (casi Grosso e Baptista) e chiedono di includere una clausola in base alla quale il rifiuto non si può opporre a parità di trattamento salariale. Il portavoce dei calciatori, il milanista Massimo Oddo (presenti anche Zanetti, Gattuso, Seedorf, Cordoba, Mannini, Amelia, Tommasi con il presidente Campana in possesso delle deleghe di tutti gli altri, compresi Totti, Del Piero, Chiellini e i napoletani) è stato durissimo: «Lo sciopero ci sarà sicuramente al di là delle decisioni che potranno essere prese nella riunione di lunedì prossimo indetta dal presidente Figc Abete con la partecipazione anche della Lega di A, perché questa protesta va al di là della proroga dellaccordo collettivo. E lo sciopero si protrarrà se non verranno presi accordi, perché siamo stufi di essere trattati come oggetti. Qua si tratta di diritti umani, di tutela sanitaria e diritti di lavoro».
«In tanti anni non avevo mai visto una presa di posizione così decisa e universale da parte dei calciatori», ha dichiarato Sergio Campana, presidente dellAssociazione calciatori. «Sui famosi otto punti, che abbiamo conosciuti solo tramite la stampa, cè un netto dissenso, anche se da parte nostra cè disponibilità sulla flessibilità economica».
Decisa anche la reazione di Maurizio Beretta, presidente della Lega di A: «Allinizio credevo che fosse una barzelletta, invece è una decisione grave e immotivata. Laccordo riguarderebbe solo 625 giocatori di A che hanno una retribuzione media annua di 1,3 milioni e il solo vero danneggiato dallo sciopero dei calciatori è il cittadino che paga la pay tv o compra biglietti. Parteciperemo lunedì alla riunione malgrado la grave decisione presa dallAic perché vogliamo far prevalere la verità e la ragione sulla disinformazione e sulle minacce. Noi ci atteniamo al fair play finanziario varato dallUefa che impone alle società un equilibrio tra costi e ricavi». Salvo poi ironizzare: «E se il confronto diventa complesso che fanno, occupano gli stadi?».
Poca ironia invece da parte di Zamparini: «Uno sciopero ridicolo come è ridicolo Campana». Mentre il presidente Abete sembra preoccupato: «Cè un tavolo convocato e si spera di trovare una soluzione il 13. Se non sarà sufficiente quella riunione andremo avanti a oltranza».
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