«I campi di Penati rimasti a lungo una promessa»

Soltanto oggi Palazzo Isimbardi inaugura un «villaggio solidale» a Cologno Monzese. An: «La città ha dato molto, e da tempo»

«I campi di Penati rimasti a lungo una promessa»

«Se l’ex prefetto fosse sceso prima in politica, be’ a Milano nessuno avrebbe rischiato la vita nell’incendio di via Triboniano». Valutazione targata Lega che la Margherita inoltra però al sindaco Gabriele Albertini: «Non diamo la colpa ad altre Istituzioni perché i milanesi sono stanchi di sentire che la colpa è di altri» fa sapere Andrea Fanzago.
Lettura davvero singolare che neppure a quelli di Rifondazione comunista è venuta in mente: «Chiediamo che venga applicata la legge regionale 77 del 1989 che disciplina gli interventi a favore delle popolazioni rom e che a tal fine prevede pure contributi finanziari a favore dei Comuni» sostiene Luciano Muhlbauer. Invito già sottoscritto in passato dall’assessore alla Sicurezza, Guido Manca, e che è rimasto lettera morta: «Nessuna amministrazione di centrosinistra della Provincia ha voluto seguire l’esempio di Milano» ricorda Manca. E mentre il vicesindaco Riccardo De Corato rammenta come sia rimasta lettera morta «la solidarietà offerta da Filippo Penati che si era impegnato a realizzare nuovi campi nell’hinterland», dalla Provincia si fa sapere che, «oggi, a Cologno Monzese sarà dato il via libera al primo “villaggio solidale”». Uscita mediaticamente tempestiva che, commenta Carla De Albertis (An), dovrebbe «concretizzarsi solo in campi di sosta breve e fuori di Milano». Già, il capoluogo ha «fatto abbastanza ospitando sul suo territorio qualcosa come cinquemila nomadi e investendo poco meno di venti milioni di euro». Dati spalmati su diciotto campi di cui, secondo Roberto Alboni (An), dieci «quelli abusivi» sono di troppo: «È necessario sgomberare tutti gli insediamenti abusivi e soprattutto introdurre il numero chiuso per ciascun insediamento» ma anche «non rifinanziare la legge 77 dell’89».
Desiderata che per i Ds sono «una squallida speculazione elettorale» e per i Verdi «un modo per non occuparsi della soluzione reale dei problemi». Analisi che Tiziana Maiolo preferisce ignorare «sbigottita» mentre applaude a Letizia Moratti che «ha chiesto al candidato Ferrante conto delle sue inefficienze da ex prefetto».

E pure Nando Dalla Chiesa (Margherita) non manca di reclamare dal «suo» aspirante sindaco maggior rigore citando «Cofferati che si è fatto carico del villaggio abusivo sul greto del Reno». Finale grottesco per l’ex inquilino di corso Monforte.

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