Roma

I candidati «zero-virgola-zero»

Patricia Tagliaferri

Certo, molti sapevano bene che non ce l’avrebbero mai fatta. In tanti hanno soltanto prestato il proprio nome per infoltire le liste e consentirne l’ammissione alla competizione elettorale. Ma scorrendo gli elenchi delle preferenze definitive dei candidati al consiglio comunale, non si può fare a meno di notare il numero degli aspiranti consiglieri che non hanno ottenuto neppure un voto.
Sono un vero e proprio esercito gli sconosciuti che hanno ottenuto zero preferenze. Non una mamma o un papà spinti da una briciola di orgoglio nei confronti del proprio pupillo che prova a muovere i primi passi in politica; non una sorella, un fratello, un cognato, un parente lontano a cui chiedere di scrivere il proprio nome sulla scheda.
E gli amici? Dov’erano gli amici dei 368 candidati che lo scorso 28 e 29 maggio non hanno collezionato neppure una preferenza? Addirittura nemmeno la vanità di votarsi da soli. Certo, qualcuno avrà pure sbagliato a sbarrare il simbolo, qualche altro supporter avrà avuto la scheda annullata per altri motivi, ci sarà stato magari chi ha assicurato il proprio voto senza poi rispettare l’impegno. Ma tutti gli altri?
Trecentosessantotto candidati fantasma su 1.956 sono un bel numero. Non hanno un colore politico determinato: gli zero voti sono sparpagliati su 25 dei 36 partiti ammessi alla competizione elettorale. Di certo nessuno di loro pensava di riuscire a ottenere uno dei sessanta posti disponibili nell’aula Giulio Cesare, ma una qualche ambizione ce la devono pur dovuta avere per essersi comunque impegnati, per aver messo a disposizione del simbolo di appartenenza non solo il loro nome ma anche parte del loro tempo. Quando non anche del denaro. Tant’è.
Prendiamo, per esempio, gli aspiranti consiglieri di «Pensione Case e Lavoro». Oltre al capolista, Gianluca Forieri, che ha ottenuto 27 preferenze e sei compagni di lista che probabilmente si sono autovotati, tutti gli altri 41 candidati non hanno collezionato neppure una preferenza. Neppure uno di loro domenica scorsa ha avuto se non altro la curiosità di autovotarsi. Amici e parenti, poi, tutti al mare. La palma dello strano primato spetta a pari merito anche agli aspiranti consiglieri di «Sogno Italiano»: zero voti per 38 dei 43 candidati, 14 per il capolista, Silvia Giorgetti, e un voto per altri quattro.
Anche tra gli «Ecologisti» la preferenza zero è risultata essere diffusa, interessando 28 candidati. Sono «Democrazia Attiva» e «Partito Real Democratico» le altre due formazioni con il fattore zero più marcato: 23 per la prima lista, 22 per la seconda. Nel «Movimento popolare Delfino» sono 15 i candidati senza un cane disposto a votarli. Lo stesso per altri 11 di «Iniziativa Comunista» e 10 di «Forza Nuova».


Al gruppone dei 368 candidati senza preferenze se ne aggiunge un altro di una certa consistenza: in 170 si sono fermati a una sola preferenze, probabilmente per effetto di quell’umanissimo fenomeno chiamato autosuffragio.

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