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I carabinieri salvano la neonata e le danno il nome: Gloria

Aiutano una partoriente e la donna dice: «Grazie, scegliete voi come chiamarla»

Franco Sala

Colta dalle doglie rischia di partorire nel garage di casa ma arrivano i carabinieri che la portano in ospedale appena in tempo. Nasce una bella bimba e la donna è talmente grata per l’aiuto che le hanno dato che fa scegliere ai militari il nome della sua creatura: Gloria. La storia a lieto fine comincia l’altra notte. Lucia, 35 anni, abita a Carate Brianza con il marito e la primogenita di sedici. All’ospedale di Desio le avevano spiegato di stare pronta, il parto era vicino. Poco prima dell’una comincia ad avere le doglie. Il suo compagno, infermiere in una clinica privata, è al lavoro. In casa c’è solo la figlia. I dolori si fanno sentire. Non c’è tempo da perdere. La tensione sale alle stelle, mamma e figlia scendono nell’autorimessa per prendere l’auto e raggiungere la ginecologia di Desio. Niente da fare, la mamma stremata crolla a terra, la ragazza, in preda al panico, chiama i carabinieri. Quando i militari arrivano vedono la donna stesa per terra e la ragazzina che urla e chiede aiuto. Pensano di trovarsi di fronte a un’aggressione, poi capiscono. Rincuorano la donna, con calma e dolcezza la adagiano sul sedile posteriore della gazzella e partono a sirene spiegate. Lucia arriva in sala parto stremata. Le ostetriche sono pronte. Un minuto e viene alla luce una bellissima neonata: pesa due chili e settecento grammi. Intanto i carabinieri non se la sentono di lasciarla sola e la puerpera gli vuole dimostrare tanta riconoscenza. «Vi prego, visto quello che avete fatto per me e per lei, scegliete voi il nome alla bambina». I militari sono sorpresi, si scambiano uno sguardo e senza indugi «battezzano» la piccolissima. «Per noi – dicono - il suo nome è Gloria...».

Lucia, felice, li guarda e dice: «Gloria va benissimo. Non dimenticherò mai quello che avete fatto per me. Quando sarà grande, le racconterò tutto, le dirò che dovrà avere sempre un sentimento di gratitudine per i carabinieri».

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