«I Circoli hanno vinto Siamo l’avanguardia del nuovo partito»

Michela Brambilla: «Resteremo la cinghia di trasmissione tra la volontà popolare e la politica»

Michela Vittoria Brambilla, lei aveva messo il copyright sul Partito della libertà. Rivendica la primogenitura?
«In conferenza stampa il presidente Berlusconi ha ricordato che Partito della libertà è il nome cui pensava da sempre, poi la forza travolgente dei milioni di italiani che hanno firmato ai banchetti questo weekend l’ha convinto a scegliere la parola “popolo”. Il popolo è sempre determinante nelle sue decisioni».
Per lei è una rivincita dopo tante critiche ricevute anche da Forza Italia, o no?
«Non è una vittoria mia ma dei cittadini, in particolare di quelli associati ai Circoli della libertà».
Ma c’era lei in piazza San Babila abbracciata da Berlusconi, non i leader del partito.
«Eravamo a Milano, io ero appena arrivata da Assisi... ».
Quindi non la considera un’investitura?
«Io sono sempre in mezzo alla gente, in piazza, per strada, e vedo il male di questa politica dominata da ricatti, compromessi, diatribe che si svolgono al chiuso di quegli acquari di cristallo che sono i palazzi del potere, ben lontani dalle esigenze degli italiani».
Lei e Daniela Santanchè siete l’immagine del nuovo partito: donne e giovani.
«Il presidente Berlusconi ha detto in maniera molto chiara che questo sarà il partito soprattutto di quella parte del corpo sociale che fino a oggi è rimasta fuori dalla politica, quindi anche dei giovani e delle donne. La battuta sui parrucconi sta a indicare questa necessità di rinnovamento, che non è soltanto generazionale ma anche nel modo di fare politica: partire dal basso, ascoltare i cittadini, garantire la possibilità di attuare le loro richieste. Sarà un rapporto continuo, non limitato alla campagna elettorale».
I suoi Circoli della libertà si scioglieranno nel nuovo partito?
«Sono una cinghia di trasmissione tra il pensiero e la volontà della gente e la politica, è un ruolo importante che i Circoli dovranno mantenere. Resteranno luoghi ai quali gli italiani potranno rivolgersi per portare le loro istanze. Certo, domenica sera ho annunciato la nostra adesione a questo progetto politico proprio perché siamo stati l’avanguardia, la costola fondante, e quindi la scelta del presidente Berlusconi non può che trovarmi molto lieta».
La svolta ha spiazzato solo gli alleati o anche Forza Italia?
«In realtà, di partito della libertà Berlusconi parlava da tre anni, non c’è nulla di nuovo. La decisione di attuarlo oggi è la più giusta perché è la richiesta che sale dalla gente. Da un anno e mezzo viviamo nell’immobilismo della politica che ha contribuito ad allontanare il Palazzo dal Paese».
Ma nemmeno il centrodestra è unito come una volta.
«I rapporti non sono più quelli dei cinque anni di governo; adesso anche qui hanno cominciato a prevalere gli interessi dei partiti su quelli dei cittadini. Berlusconi ha preso atto della difficoltà di portare avanti un progetto politico in assoluta coesione con gli alleati e ha tirato le conseguenze. Ha visto giusto, come sempre, soprattutto perché il partito della libertà è quello che chiedono gli italiani.

Ai gazebo è venuta a firmare anche tantissima gente che aveva votato Prodi, e tutti chiedevano un’unica cosa: tornare alle urne e avere un governo che rappresenti davvero i cittadini. La soluzione è trovare un accordo sulla legge elettorale e subito dopo andare a votare».

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