«I clandestini? Non tocca a noi controllare»

Respinto il «patto di lealtà» proposto da An: «Siamo solo un’associazione, non la polizia»

Nei giorni scorsi aveva chiesto un prezzo simbolico: è andata addirittura meglio del previsto. Per la preghiera di oggi al Vigorelli, l’istituto culturale islamico di viale Jenner non dovrà sborsare i 5mila euro di affitto previsti per la struttura, ma soltanto le spese di assicurazione. «Ringrazio il prefetto - afferma il presidente del centro, Abdel Hamid Shaari - l’affitto del velodromo è molto alto per le nostre possibilità».
Potrebbe accadere anche per il Palasharp, dove andrete dal prossimo venerdì a fine agosto?
«La struttura in quel caso è privata, non credo che ci verrà concessa gratuitamente, ma spero ci siano margini di trattativa sul prezzo».
Si dice che oggi, come gesto di solidarietà, arriveranno più fedeli del solito, anche da fuori città. Possibile?
«A dire il vero non credo, anzi. Ci saranno meno persone del solito, perché, con il can can che c’è stato intorno alla vicenda, molti preferiscono stare alla larga...».
Sarà un’estate di traslochi: Vigorelli, Palasharp, da settembre chissà...
«Stiamo vivendo tutta questa situazione con un senso di grande incertezza. Al di fuori del prefetto Gian Valerio Lombardi, che è la nostra figura di riferimento e che ringraziamo, c’è una politica un po’ populista che segue l’onda delle proteste e non ci dà affidamento. Noi continueremo a seguire le indicazioni che ci darà il prefetto, ha promesso di convocarci la prossima settimana».
An pretende dal centro un «patto di lealtà»: niente clandestini al Palasharp, accesso solo ai fedeli residenti nella provincia...
«Ci caricano sempre di responsabilità che non sono nostre.

Non siamo una forza di polizia ma un’associazione, chi vuole controllare se ci sono clandestini venga pure, non spetta a noi. Si può mettere un detective davanti a una chiesa e chiedere i documenti a chi entra? E per quanto ci riguarda, se arrivano fedeli da fuori città ben venga, accettiamo tutti».

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