I commercialisti: "Nuova energia per il Paese. Siamo noi il ponte con i cittadini e le imprese"

Polentini: "Subito nuove misure per la produzione e focus sulle aree in difficoltà". Longoni: "Effetti distorsivi"

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«I professionisti sono pronti a rendere operativo il ruolo di ponte tra governo, cittadini e imprese in un contesto dove la ripresa economica appare ancora fragile. Commercialisti ed esperti contabili non solo supportano le pmi nella gestione quotidiana, ma sono in grado di svolgere attivamente anche il ruolo di consulenti strategici nel promuovere politiche economiche-finanziarie in linea con le esigenze del mercato». È questo il punto di vista dei professionisti espresso dalla commercialista romana Elisabetta Polentini nel corso del Cnpr Forum.

«È necessario che le istituzioni promuovano un sostegno più energico alla produzione, senza trascurare la difficile situazione economica registrata in alcune zone del paese. Occorre incentivare iniziative concrete - ha aggiunto - che non si limitino ad alleviare temporaneamente le difficoltà, ma che puntino a un rilancio strutturale dell'economia reale. Questo approccio deve tener conto della precaria condizione economica in cui versano molte famiglie italiane, che, nonostante i primi segnali di ripresa, continuano a essere gravemente colpite dall'inflazione e dall'aumento del costo della vita».

I professionisti chiedono maggiore coraggio nelle decisioni politiche restituendo all'Europa la capacità di competere sul piano internazionale.

Le conclusioni del dibattito, moderato da Anna Maria Belforte, sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere dell'Istituto nazionale esperti contabili, il quale ha offerto una riflessione critica sul ruolo delle banche, evidenziando come il ribasso dei tassi d'interesse, pur essendo stato concepito per frenare l'inflazione, abbia prodotto un altro effetto: l'impennata dei profitti degli istituti di credito. Le banche, approfittando dell'aumento dei tassi applicati ai clienti, hanno moltiplicato i loro margini, arrivando in alcuni casi, a triplicare o quadruplicare i profitti.

Secondo Longoni, questa situazione riflette una distorsione nelle politiche economiche europee, in cui la stabilità è stata perseguita a scapito dello sviluppo. Le politiche adottate negli ultimi vent'anni hanno garantito un'inflazione contenuta, ma non hanno incentivato la crescita economica, portando l'Europa a perdere competitività a livello globale.

Longoni ha ricordato la tesi dell'economista John Maynard Keynes, sostenendo che la spesa pubblica rappresenta uno dei principali strumenti per stimolare l'economia, come affermato già nei primi del Novecento.

Ha lanciato un appello per un cambio di rotta, richiedendo politiche espansive che non si limitino al rigore dei conti, ma che puntino sulla crescita e sullo sviluppo, elementi cruciali per il benessere economico a lungo termine.

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