No all’inasprimento di Ecopass. A meno che nel frattempo non scattino nuovi incentivi per cambiare le vecchie auto e i furgoni più inquinanti. Tradotto: andrebbe bene far pagare fino a cinque euro le auto e fino a dieci euro i camioncini per entrare in centro ma solo le dovute misure che integrino quello che altrimenti sarebbe un salasso fine a se stesso. che provocherebbe solo guai. Questa la posizione dei commercianti sulla seconda generazione di Ecopass.
La categoria dei negozianti ha sempre pensato che il futuro della ecotassa sarebbe stato un aumento delle tariffe o un’estensione dell’area di pagamento. Però, adesso che si parla di cifre reali, chiede che vengano riviste anche le politiche di Regione e Comune sugli incentivi. È vero che l’epoca dei contributi, sia statali sia regionali, per sostituire la vecchia auto è finita da un pezzo. «Però i contributi andrebbero ripristinati» sostengono i negozianti. Al momento solo il 30 per cento dei loro fornitori paga Ecopass, gli altri si sono già adeguati ed hanno sostituito il furgoncino merci con mezzi Euro 4. «Far pagare 10 euro per accedere al centro - sostiene Giorgio Montingelli in rappresentanza dell’Unione del Commercio - sarebbe un ulteriore sprone a cambiare il vecchio camioncino inquinante. Probabilmente in tanti ci penserebbero piuttosto che pagare 1.500 euro all’anno per poter entrare nelle vie del centro». Detto questo, va tuttavia considerato che se una ditta non ha cambiato i propri mezzi finora è perché molto probabilmente non se lo può permettere. Sarebbe quindi giusto affiancare all’aumento del ticket una politica di incentivi. Altrimenti non sarebbe sopportabile- sostiene Montingelli - ». Tradotto in termini pratici, l’incremento di Ecopass a 10 euro per i furgoni innescherebbe una catena di aumenti che avrebbero come ultimo destinatario il consumatore. «Il trasportatore farebbe ricadere l’aumento su noi commercianti - aggiunge Montingelli - e noi commercianti saremmo costretti a rivedere i costi per poter rientrare nelle spese. Insomma, sarebbe una micro spesa che, spalmata su tutto l’anno, farebbe la differenza sui bilanci». Altro tema è la progressiva pedonalizzazione del centro. Su quella Montingelli non avrebbe dubbi. Fu lui anni fa a promuovere la raccolta di firme per rendere pedonale via Dante. E alla fine anche gli scettici si convinsero che creando un’isola gli affari aumentavano. Tuttavia tra i negozianti anche adesso serpeggiano parecchie perplessità sulla pedonalizzazione di certe vie. Si teme il calo dei clienti, si ha paura di rimanere isolati e di perdere il «giro». Da studiare bene anche l’aumento per le auto (con agevolazioni per i residenti) che si troverebbero a pagare cinque euro per accedere al centro. Al momento, gli unici calcoli che si fanno sono quelli sugli introiti per le casse del Comune. La nuova versione di Ecopass comporterebbe un’entrata di 60 milioni di euro all’anno, contro i poco più di 20 milioni intascati finora, dal 2008 ad oggi. Ora saranno i milanesi a pronunciarsi e lo faranno al referendum del 12 e 13 giugno: il testo del quesito prevede di estendere il pagamento del ticket in modo progressivo fino alla cerchia ferroviaria (vale a dire l’area che include le stazioni di Porta Genova, San Cristoforo, Romolo, Porta Romana, Rogoredo, Lambrate, Greco Pirelli, Porta Garibaldi e Centrale).
Il testo parla di «allargamento progressivo» e una prima fase riguarderebbe l’estensione dell’area a pagamento fino alla circolare 90/91. Non solo, per ridurre il traffico (e lo smog) il referendum propone anche il raddoppio entro il 2012 delle aree pedonali, sia in centro sia in periferia. E raddoppierebbero anche le aree a traffico moderato, cioè le zone in cui si può viaggiare con il limite massimo di 30 km all’ora.
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