Caro Massimiliano, sulla base del tuo recente editoriale e dellarticolo di Diego Pistacchi scrivo queste righe per gli «amici del Giornale» e per tutto il popolo dei moderati. Siamo ancora senza il candidato sindaco e questa è una dolorosa certezza, ma credo che potrebbe essere rilevante dibattere tutti insieme su «un qualcosa» che potrebbe rappresentare un manifesto del nostro popolo in questa specifica situazione. Una vera e propria bandiera, ci siamo anche noi! La gente in giro parla, dibatte ed urla la propria rabbia per lo stato delle cose nella nostra città e vorrebbe canalizzare tutto allinterno delle istituzioni. È chiaro, che in un contesto così significativo trova una valenza particolare la comunicazione. Proviamo tutti insieme a sentirci per un attimo candidati e diamo il nostro contributo di idee e di riflessioni per un intenso e qualificante scambio di opinioni. Ho individuato alcune tematiche/criticità tali da poter essere valutate come possibili elementi per una seria riflessione su Genova.
1) Moschea, la situazione dello stato di integrazione a Genova non consente «avventure» o scatti in avanti. La moschea appartiene a quelle cose da fare non in un centro abitato dove le variabili sul territorio sono molte, forse anche troppe. Il Lagaccio non è una sede adeguata e la moschea non ora.
2) Sicurezza nel Centro storico ed in tutta la città. Aumento degli scippi in particolare nei quartieri di Albaro e Castelletto. Il presidio sui quartieri è fondamentale, in particolare bisogna che il «Sistema Sicurezza» garantisca i commercianti nello svolgimento della loro attività. Non si può fare sicurezza senza coinvolgere tutti gli esercizi delle zone unitamente agli abitanti. Al riguardo segna un punto fondamentale il problema dellilluminazione. In molti punti dei nostri quartieri si vede poco e male ed il crimine è incentivato nellazione dallo stato di abbandono del territorio. Paradossalmente anche in quartieri di pregio ciò è avvertito con uguale intensità.
3) Il Porto è lanima di questa città. Bisogna investire in infrastrutture idonee allo sviluppo e alla valorizzazione del traffico merci e passeggero. È finita lepoca del «o passeggeri o merci». Bisogna velocizzare i movimenti da e per Genova possibilmente cercando di «trattenere» il turista incentivandolo alla permanenza in città.
4) Gli anziani e tutte le problematiche legate alla terza età. Genova invecchia più rapidamente di altre città con numeri in forte crescita esponenziale. Al riguardo ci devono essere dei servizi «adeguati» a fronteggiare una tal situazione. In particolare si tenga conto che a Genova ci sono moltissimi single che stanno invecchiano e che quindi non hanno una famiglia pronta a dare una mano quando servirà. Stiamo diventando anche una città di persone «sole». Lamministrazione ci deve pensare per tempo perché già oggi è in forte difficoltà.
5) Manutenzione della città, questa è una criticità che da molti anni tedia i nostri cittadini. Genova è mal tenuta, in certi casi non è tenuta. Lappiattimento voluto tendente al peggio di vari ornamenti e abbellimenti cittadini è la risultante del degrado che le ultime amministrazioni hanno voluto seguire.
6) Verde Urbano e Giardini pubblici lasciati andare. Il verde pubblico va dato in gestione ai privati. Non è più ammissibile pensare di far fronte alle situazioni. Bisogna fare dei bandi (non pilotati) pubblici dove i privati possano essere operativi ed avere in cambio anche benefit per lattività svolta. Il concetto di bene pubblico si deve integrare con la regola che il pubblico non può servire in bene se non «aiutato nellazione».
7) Urbanistica nel suo complesso. Le grandi difficoltà del «girare a Genova» non sono cambiate.
E lelenco prosegue con gli Erzelli, il nodo Fincantieri, il lavoro in città, la fuga dei cervelli , i centri sociali e molto altro ancora.
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