I D-Day tra gli ombrelloni dell’esercito dei coltivatori

Se Maometto non va alla montagna, sarà la montagna ad andare da Maometto. Se gli italiani non mangiano la frutta, saranno i coltivatori a presentarsi agli italiani offrendo gratis i frutti di stagione per eccellenza, le pesche. E forse in molti capiranno che i prodotti della terra nazionali sono buoni, fanno bene e consumarli aiuta chi li produce a non morire di fame. Quest'anno infatti, più che in passato, dobbiamo dare una mano agli agricoltori nostrani che sono in ginocchio per un'estate anomala, zeppa di psicosi sanitaria ingiustificata e scarsa di quel solleone che fa apprezzare al meglio la dolce frutta di stagione. Lo sa bene il ministro delle Politiche Agricole, Saverio Romano, che ha messo a punto un piano d'azione per «rimuovere le coscienze» denominata «Pesche in spiaggia» in collaborazione con le Capitanerie di porto, la Guardia costiera, i Consorzi di tutela della pesche veneti, emiliani e siciliani e il Centro servizi ortofrutticoli.
La frase coniata per l'iniziativa non è solo uno slogan. Nei prossimi giorni, in alcune regioni a vocazione turistica un piccolo esercito di coltivatori appartenenti ai vari consorzi locali sbarcherà sulle spiagge munito di grosse ceste di pesche che verranno regalate ai bagnanti in relax sotto gli ombrelloni. Le varietà scelte per la distribuzione di massa sono quelle più rinomate all'estero, che fanno lustro al Made in Italy: si tratta delle nettarine di Romagna, delle pesche siciliane di Leonforte, quelle di Verona (conosciute anche da Plinio che le chiamava il pomo della lanugine).
Ma chi saranno i fortunati destinatari dell'iniziativa? Sono sparsi un po' in tutt'Italia. Il 13 e il 14 agosto verranno toccate le grandi spiagge venete e romagnole. Dal Lido di Iesolo a Sottomarina, da Caorle a Peschiera del Garda. E poi Cesenatico, Milano Marittima, Cervia. Valverde, Pinarella, Gatteo a Mare. Il 20 e il 21 agosto la task force della frutta toccherà le spiagge del Lazio a cominciare da Ostia e Fregene. A fine agosto (il 27 e 28) le navi cariche di frutta lambiranno invece le spiagge di Taormina, Catania e Palermo con la sua splendida e superaffollata insenatura di Mondello. Ad occhio e croce, circa mezzo milione di bagnanti potranno gustarsi la classica frutta di stagione a costo zero. E saranno costretti anche a riflettere sui tanti perché dell'iniziativa promossa da un ministero e non da uno sparuto drappello di agricoltori locali. I cesti dei frutti verranno infatti avvolti da nastri tricolore, simbolo della nostra italianità che va supportata e apprezzata innanzitutto dagli italiani. Ma comprare un chilo di pesche e mangiarle in spiaggia è anche una delle cose più salutari che si conosca. Invece, molti italiani, in questo periodo di ristrettezze, non rinunciano alla ricarica del cellulare ma fanno a meno di frutta e verdura. E anche chi si professa salutista difficilmente consuma almeno i 400 grammi di ortofrutta consigliati dall'Organizzazione mondiale di sanità.

Ecco perché questa iniziativa non è una goliardia. E produrrà i suoi frutti (scusate il bisticcio): servirà a far apprezzare i prodotti locali e magari qualcuno mangerà un gelato in meno e un chilo di pesche in più, risparmiando anche qualche spicciolo…

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