I danni per i cittadini delle varianti al Prg

La trasmissione Report della scorsa settimana, dedicata ai problemi urbanistici di Roma, ha clamorosamente esposto una serie di abusi urbanistici perpetrati attraverso strumenti di dubbia legittimità dalle Giunte comunali degli ultimi 15 anni. Finora l’azione partecipativa dei cittadini ai processi urbanistici, secondo una previsione del nuovo Prg, si è rivelata un bluff. Infatti la denuncia, più che porre in evidenza i danni subiti dalla città per quelle spregiudicate operazioni urbanistiche, era mirata a una polemica politica interna alla sinistra, come dimostra anche il fatto che la trasmissione, predisposta fin da gennaio, sia andata in onda solo dopo le elezioni, con i consueti riferimenti negativi al centrodestra per i condoni risalenti ai suoi governi, senza considerare che sono stati i mancati tempestivi interventi di Comune e magistratura in fase di costruzione e le omesse demolizioni e confische, poi, a rendere indispensabili i condoni, se non altro per recuperare i gravi danni fiscali dovuti all’impossibilità di applicare tasse e imposte a edifici abusivi. Le responsabilità coinvolgono anzitutto le amministrazioni comunali degli ultimi 15-20 anni, che hanno applicato largamente i condoni, anche ove evitabili, come le aree vincolate dell’Appia Antica, denunciati dalle rappresentanti delle Sovrintendenze, a cominciare da quella scandalosa del 1979 di Cava Pace, sotto la Giunta Petroselli.
Il servizio ha criticato anzitutto i profitti dei costruttori (in veste di immobiliaristi, sempre all’origine delle operazioni) e in secondo luogo - e solo per accenni - i sindaci Rutelli e Veltroni, non citando, quasi, l’aspetto più grave per i cittadini: i danni urbanistici, come il traffico, le difficoltà degli spostamenti con i mezzi pubblici, l’inquinamento). Bisognerebbe invece cominciare da questi, denunciando che il degrado deriva da queste operazioni: i 288.000 mc. previsti sull’ex Fiera di Roma potrebbero essere ammissibili, ma divengono mostruosi su un’area di soli 6 ettari. Nella lunga intervista fattami a gennaio avevo sottolineato questo aspetto, ma è stata mandata in onda solo una piccola parte, in termini incomprensibili per il largo pubblico. Altrettanto vale per i 150.000 mc. in costruzione in piazza dei Navigatori, con l’aggravante della cessione per transazione su una presunta usucapione di quelle aree di proprietà comunale alle imprese. Non sono spiegati i danni per la demolizione delle «torri» dell’ex ministero delle Finanze e del Velodromo olimpico all’Eur, tutti compresi ormai dal nuovo Prg nella «città storica». Non si cita che la scandalosa edificazione della Bufalotta avviene su aree destinate a un servizio di interesse pubblico come l’autoporto. L’elenco potrebbe estendersi ancora. Chiariti tali aspetti, si possono valutare e attribuire le responsabilità politiche (e gli inevitabili collegamenti con gli enormi profitti dei costruttori) che hanno favorito e autorizzato gli interventi con provvedimenti assai discutibili.

Soltanto in terzo luogo si pongono le responsabilità (non meno gravi) dei costruttori, i quali, però, fanno i propri interessi, o così credono, perché alla lunga usciranno male da questo comportamento generalizzato.
(*) Urbanista

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