
Il giudizio resta negativo, soprattutto quello sulla commissione europea. "Ma rispetto al rischio paventato, siamo arrivati sicuramente al male minore" assicura l'assessore di Regione Lombardia allo Sviluppo economico Guido Guidesi commentando l'accordo sui dazi tra l'Europa e gli Stati Uniti di Donald Trump. "La cosa peggiore che riscontro è l'incapacità della commissione di comprendere la contemporaneità" prosegue Guidesi parlando di un mercato europeo ormai "completamente invaso da prodotti cinesi", quando invece "servivano regole chiare per avere un rapporto di sana concorrenza e complementarietà con gli Usa". La Lombardia non resterà con le mani in mano e inviterà le imprese a guardare anche a mercati alternativi, come quelli dell'Asia centrale, del mondo arabo e del Sudamerica. Gli sforzi fatti sull'automotive non sono bastati: "Chi guida l'Ue sta distruggendo l'industria che ha unito il continente" attacca Guidesi. "Il tempo è scaduto. Se non ci sarà un cambio di rotta, siamo pronti a scendere in piazza e a guidare la protesta di tutto il comparto manifatturiero".
Assessore Guidesi è andata male, ma con Trump poteva andare molto peggio.
"L'accordo rappresenta il male minore e chiude un periodo di incertezza che frenava la programmazione delle imprese. Questi sono gli unici elementi positivi. Per il resto si tratta di un dazio e quindi di una tassa in più. Non abbiamo ancora ben capito quali settori colpirà, ma sicuramente metterà in difficoltà le esportazioni verso gli Usa. L'aspetto più negativo sta nell'incapacità della commissione di capire ciò di cui il continente aveva bisogno".
Spieghi meglio.
"La situazione attuale ci dice che compreremo gas liquido dagli Usa. Eppure lo avevamo ridimensionato per il suo impatto ambientale... Nel mentre i prodotti cinesi stanno invadendo l'Europa eppure la commissione presenta solo grandi titoli. L'Ue ha messo regole tali per cui le nostre aziende hanno costi di produzione troppo alti per poter competere. Il rischio è la deindustrializzazione totale del continente".
Da questi dazi, probabilmente anche con un nuovo presidente Usa, non si torna più indietro.
"Anche Joe Biden aveva messo in campo uno strumento di sovranità economica per attrarre investimenti negli Usa. Seppur con una comunicazione diversa, Trump continua sulla strada del suo predecessore. L'unico modo che hanno le nostre aziende di posizionarsi, è creare un mercato atlantico con regole definite. Quello è lo spazio dove agire per evitare la colonizzazione dei prodotti cinesi. Ma anche su questo la commissione è in ritardo".
Per l'acciaio resta un dazio al 50 per cento. Come se ne esce?
"Anche questo è un esempio lampante di ciò che non funziona in Europa. La Lombardia è il più grande distretto siderurgico dell'Ue, le nostre aziende hanno già fatto la transizione energetica con investimenti forti. Poi il costo dell'energia è schizzato. Grazie alle regole europee, nel nostro continente convengono molto di più i prodotti della siderurgia cinese che quelli lombardi. Mandiamo persino ai concorrenti fuori dall'Europa il rottame che per noi è materia prima. E comunque un piano industriale sull'energia nucleare l'Ue lo deve fare, è l'unico modo per renderci autonomi".
Sull'automotive?
"L'ultimo problema di questo settore sono i dazi. Ci sono milioni e milioni di lavoratori a rischio per colpa di regole stupide. E intanto la Cina sta diventando il primo venditore di auto. Tutto ciò per aver insistito nel dire che solo con l'elettrico si arrivava a una mobilità sostenibile. Un assist alla Cina che già faceva le batterie".
La Lombardia, dopo aver guidato le alleanze della chimica e dell'automotive negli ultimi due anni, cosa farà adesso?
"Andremo avanti con gli strumenti di sostegno alle imprese, anche se non sono convinto che quella dei ristori sia la strada giusta.
Cercheremo di consentire alle nostre aziende di guardare anche ad altri mercati: l'Uzbekistan in Asia centrale, il Brasile o i Paesi arabi. Ma soprattutto continueremo a chiedere all'Europa un cambio di rotta per il manifatturiero. Se non arriverà, siamo pronti a scendere in piazza".