«Ci stanno rubando la vita! Mi sto trasferendo in un altro Stato europeo, io i miei soldi e il mio sudore a questi non li do più». Quella di Halfgot è solo una delle 360 voci che, sul sito web dellEspresso, hanno voluto dire la loro su «Svendopoli». Commenti spesso amareggiati, talvolta furiosi, raramente indulgenti. Così, se Lectiones tenta una giustificazione («Chi di noi, nelle stesse condizioni, non avrebbe approfittato? Accà nisciuno è fesso!»), Aries48 spara ad alzo zero sul Palazzo: «Chi ci frega da una parte e chi dallaltra, ma dicono tutti che lavorano per il nostro benessere. Non sono tutti uguali però: sono uno peggio dellaltro». Cè poi il popolo dei delusi dallUlivo. Come Enchatef: «Da sciocco idealista di sinistra avevo sempre pensato che ci fosse un po di marcio nel Palazzo, ma fino al punto rivelatomi PER ORA dallEspresso non lavrei mai immaginato: ovviamente un popolo di furbi non può che avere un Palazzo di furbi». E Giogonf disegna scenari cupi, anche guardando al futuro prossimo del Pd: «I presupposti per le dittature si costruiscono sempre così. Quando in una democrazia si ha il timore di mandare a casa delle persone di dubbia moralità (una dozzina?) con gli strumenti stessi della democrazia, espliciti (leggi ed elezioni) e impliciti (pressione dellopinione pubblica e indignazione popolare), vi è in atto un processo di degenerazione che potrebbe divenire irreversibile e violento. Intanto Veltroni si candida alle primarie come paladino della democrazia. Vergogna». Più sconsolato Melomessina: «Che dobbiamo fare? Rinunciare alla speranza.
Chi come me ha sempre votato a sinistra non può che sentirsi sconfitto, questi nostri rappresentanti leggono questi commenti? Riescono a guardarsi allo specchio? Ma dovè la politica come servizio, luomo prima del profitto? Non è sufficiente quello che guadagnano?».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.