I diritti civili per le bestie

Finalmente un altro passo avanti in un campo che ci vede storicamente ultimi, non solo fra i paesi cosiddetti «civili», ma anche tra quelli meno avanzati. Si tratta delle cure contro il dolore. Come è già noto la Camera ha approvato un ddl che semplifica le procedure volte a permettere, ai pazienti con dolori più o meno severi, gli opportuni analgesici che ne allevino le sofferenze. Con il ddl sulle cure palliative, approvato dall’Aula di Montecitorio - ha detto il ministro della Salute Ferruccio Fazio - «l’Italia si posiziona ai primi posti tra i Paesi dell’Europa e del mondo» sul fronte della prescrizione dei farmaci per il trattamento del dolore. Bisogna rendere finalmente atto, a questo governo, di avere proseguito l’opera del prof. Veronesi, che nella precedente legislatura, aveva già introdotto alcune facilitazioni, per quanto riguarda l’utilizzo e la prescrizione di sostanze stupefacenti per uso medico, i cosiddetti oppioidi, che sono poi i capisaldi della terapia del dolore da millenni. Capsule di oppio sono state trovate in palafitte dell’epoca che risale all’uomo di Cro-Magnon (20 - 30.000 anni fa) e sappiamo, con certezza, che i Sumeri usavano il papavero da oppio , 5000 anni fa, per lenire i dolori.
Ancora oggi, nonostante le facilitazioni volute da ministri molto sensibili alla terapia del dolore, la prescrizione dei farmaci antidolorifici maggiori (gli oppioidi appunto) comporta un ricettario speciale e numerose regole burocratiche che, se non seguite alla perfezione, danno origine al rifiuto del farmacista di consegnare il prodotto e sottopongono il medico a sanzioni salatissime. Siamo dunque tutti lieti che il recente decreto legislativo permetta ai medici, e soprattutto ai pazienti, di utilizzare i farmaci necessari a combattere il dolore senza attraversare la solita giungla burocratica. Finalmente riusciremo a staccare l’Uruguay (con tutto il rispetto) nella classifica dei maggiori consumatori di stupefacenti per uso medico. Tutti contenti, lo prova anche il voto unanime, tranne gli animali e i medici veterinari che non possono ringraziare. Il benessere animale, il che vuol dire principalmente non soffrire dolore fisico, è stato dimenticato. I veterinari non sono minimamente contemplati in questo decreto e così, a loro resteranno tutte le solite incombenze burocratiche, comprese le relative sanzioni. Quale sarà il risultato? Facile da prevedere. Si useranno altri farmaci, molto meno potenti ed efficaci, ma molto più «comodi» da utilizzare e prescrivere. Per la legge il malato è una «persona» e non può essere un animale. Già i veterinari coscienti sono costretti a lottare e assumersi responsabilità pesanti, per il fatto di aver un solo oppioide (e anche di scarsa efficacia nel dolore acuto) registrato per uso veterinario. Ancora una volta si vedono esclusi dal legislatore che però domani si riempirà la bocca, a convegni e seminari, sull’importanza del benessere e del dolore negli animali.


L’Associazione Titolari di Struttura (Assovet) e l’Associazione Veterinari Italiani (Anmvi) hanno inviato al ministro Fazio e al sottosegretario alla Salute Francesca Martini una nota in cui si sollecita un loro intervento urgente perché anche gli animali soffrono e allo stesso modo dell’uomo. Ormai questo è un dato scientifico incontrovertibile.

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