Emanuela Ronzitti
da Roma
Capita molto spesso che gli elettori seguano i loro leader, a prescindere dalle ideologie. E se questi vanno a imparentarsi con altri, seguono sempre il loro capo. Ma se a scendere in campo è la loro guida spirituale, il richiamo verso il «celeste» non si fa attendere. Il fascino del leader religioso scalza via quello terreno. E in tal senso sembra proprio abbiano deciso gli elettori cattolici dei Ds.
Infatti, circa il 30% dellelettorato della Quercia risulta essere cattolico, recandosi in chiesa almeno due o tre volte al mese. Lipotesi prende forma dallanalisi del comportamanto elettorale elaborato dal think tank bolognese Istituto Cattaneo sui risultati del referendum sulla procreazione assistita. Secondo il modello deduttivo elaborato dai ricercatori, limprinting dei leader delle organizzazioni di riferimento (partiti e Chiesa), sarebbe stato decisivo per il risultato referendario, anche ipotizzando il voto di tutti gli elettori.
Il modello dei ricercatori dellIstituto ha prodotto due risultati. Il primo, forse il più scontato, riguarda lanticipazione sul bassissimo tasso di partecipazione al referendum (27,4%), cifra molto vicina a quella effettivamente registrata alle urne (25,9%) il 12 e 13 giugno, avallando la tesi che i sostenitori del «sì» avrebbero perso in partenza. Ma non è tutto. Il modello previsionale divide lelettorato in due gruppi. I cattolici praticanti elettori dei partiti, rilevati dai «dati Itanes 2001», e gli altri elettori (non praticanti o non cattolici).
Per gli elettori della Quercia non ci sono dubbi. Le indicazioni dei due leader, politici e eclesiastici (Fassino e Ruini) non erano per nulla univoche. Da una parte la direzione nazionale della Quercia, che ha tentato di trascinare il suo elettorato a votare per il «sì», dallaltra gli appelli della Chiesa a non recarsi alle urne che ha convinto una buona fronda di cattolici diessini allastensione. Comportamento difforme, invece, per i più affezionati al partito. Ovvero di una minima parte di cattolici praticanti, e di non praticanti o di non cattolici. «I cattolici dei Ds - precisa il ricercatore Salvatore Vassallo - hanno però una mentalità diversa da quelli di An, sostengono la Chiesa a seconda del tema». I cattolici di An «hanno votato uniti perché sono più vicini alla legge, votata proprio dalla loro maggioranza». Lelettorato cattolico del popolo di An sarebbe molto più numeroso (65%) e deciso di quello diessino.
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