Sabrina Cottone
«Entro febbraio primarie per il candidato sindaco del centrosinistra». Sullonda dellentusiasmo nazionale, i Ds rilanciano e chiedono di applicare il metodo anche per Palazzo Marino. Carlo Cerami, coordinatore della segreteria, ormai considera le primarie un imperativo categorico: «Dopo una prova di consenso così straordinaria, è difficile pensare di evitare il voto per scegliere il candidato sindaco di Milano». Il capogruppo a Palazzo Marino, Emanuele Fiano, va oltre: «Quelle per Prodi sono state una prova generale anche per Palazzo Marino. È chiaro che se ci saranno le primarie per il sindaco, ci sarà anche un candidato diessino». Proprio Fiano potrebbe essere uno dei possibili esponenti del partito in corsa, ma tra i nomi in circolazione ci sono anche leuroparlamentare Antonio Panzeri e il segretario cittadino, Pierfrancesco Majorino.
Cerami è convinto che per il sindaco le primarie siano ancora più necessarie che per laspirante premier: «Per il presidente del consiglio manca uninvestitura diretta, la legge prevede solo unindicazione. Invece per il sindaco il ruolo giocato dagli elettori è fondamentale». Franco Mirabelli, segretario provinciale della Quercia, ne approfitta per attaccare il centrodestra: «Questa esperienza va ripetuta per scegliere il candidato sindaco, con la partecipazione della gente, non decidendo il destino della città alle cene di Arcore». E spiega: «I Ds sosterranno un proprio candidato, non escludo che possa essere un esponente del nostro partito ma potrebbe anche non esserlo». Ma è chiaro è che i diessini pensano di poter far pesare la propria indicazione di voto più attraverso la mobilitazione dellapparato di partito che a un tavolo di coalizione.
Il discorso sulle primarie però non convince la Margherita. Anzi, il leader provinciale, Nando dalla Chiesa, ribalta il ragionamento: «Su base comunale è tutto differente. Il successo delle primarie dimostra che la gente non lha considerato un rito inutile, però Romano Prodi aveva bisogno di una legittimazione popolare che non avrà dalle elezioni». Tuttaltro discorso vale per il primo cittadino: «I poteri del sindaco sono tali da rendere inutili le primarie». Così Dalla Chiesa spera in un candidato unitario scelto dal Cantiere: «Sono per il candidato civico, che non vuol dire super partes: penso a un esponente della società che sappia e voglia rappresentare una parte. Se ci troviamo daccordo sul nome, le primarie diventano inutili».
In realtà i potenziali candidati sono già numerosi. A partire da Dalla Chiesa, che ha un gruppo di supporter: in suo favore sono state raccolte già mille firme. E nella Margherita cè Roberto Caputo, lex azzurro passato nelle file della Margherita, che ha assicurato di voler partecipare alla corsa. Senza contare la variabile Davide Corritore, il diessino ex consulente di Massimo DAlema a Palazzo Chigi che si è candidato come indipendente: «Dopo la partecipazione alle primarie nazionale, nessuno può pensare che non si facciano anche a Milano». Corritore, amministratore delegato di Swg in aspettativa, sfodera le sue previsioni: «Alle primarie per Palazzo Marino parteciperanno molte migliaia di milanesi in più Se si dà tempo ai candidati di girare per i quartieri, possiamo puntare al raddoppio». Corritore ha uno sponsor nelloutsider Ivan Scalfarotto: «Da oggi in poi entro nel comitato per Corritore, è il mio candidato sindaco e farò campagna elettorale per lui».
Soddisfazione anche ai vertici di Rifondazione comunista. Augusto Rocchi, responsabile provinciale del partito, tra i primi a parlare di primarie, ironizza: «Mi fa piacere che tutti quelli che avevano dubbi adesso siano favorevoli.
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