Fra i due medici è già scaricabarile Ora sono indagati con il primario

Messina Si accusano a vicenda Vincenzo Benedetto e Antonio De Vivo, i due medici che hanno trasformato la sala parto in un ring. Ognuno parla delle colpe dell’altro, ma si soffermano poco ad analizzare il fatto più grave. La colpa che nessun medico dovrebbe mai commettere. Quella di litigare con un collega durante un intervento chirurgico mentre il paziente rischia la vita. E per di più nella sala operatoria di un ospedale pubblico.
A Messina, la città del verminaio dove negli anni si sono susseguiti scandali e intrecci legati a interessi privati gestiti anche da chi opera nel campo della sanità pubblica, non c’è fretta di conoscere la verità sul caso della signora Laura Salpietro che ha rischiato la vita e quella del figlio e che ha perso la possibilità di avere un altro figlio per le gelosie di due medici che hanno ritardato il parto.
Sin troppo eloquenti le parole del presidente dell’Ordine dei medici di Messina, Giacomo Caudo che puntualizza: «Non vogliamo essere né giustizialisti né garantisti. Vogliamo essere giusti. L’Ordine dei medici accerterà se saranno necessarie sanzioni. Valuteremo». Fa ammissioni sorprendenti invece il manager del policlinico Giuseppe Pecoraro che pur annunciando un’inchiesta interna all’ospedale, confessa: «È uno dei reparti che ha problemi perché l’organizzazione non è la migliore». La spiegazione alle parole di Porcaro arriva direttamente da uno dei diretti interessati alla vicenda il professore Vincenzo Benedetto che ieri ha deciso di parlare con i giornalisti. A chi gli chiedeva di gelosie professionali Benedetto ha spiegato: «Abbiamo entrambi un’attività privata, come consentito dalla legge, e nessuno dei due ha mai interferito sui pazienti dell’altro». Il dottore Benedetto ha anche voluto precisare: «Sono però preoccupato su questo caso c’è stata un’esagerazione da parte dei media. Non si enfatizza perché siamo al Sud, ma perché in generale la sanità è sempre sotto l’occhio del ciclone». Benedetto che ha detto di essere stato aggredito, ha anche parlato di problemi di salute della puerpera dovuti a «patologia pregressa» e ha ricostruito i tempi del parto che sarebbero stati nella norma: Laura Sarpietro avrebbe aspettato solo un’ora prima di mettere al mondo il piccolo Antonio. Si è invece limitato a frasi di circostanza l’altro ginecologo, Antonio De Vivo. «Dico soltanto che io in questa vicenda sono parte lesa e sono stato aggredito. Sono tranquillo. Ho piena fiducia nella magistratura sono convinto che la verità verrà alla luce e sarà fatta chiarezza sulla vicenda».
I due ginecologi restano sospesi dalla loro attività ospedaliera ambulatoriale.

Nel frattempo potranno dedicarsi a quella privata ma sono indagati per lesioni gravi insieme al primario del reparto e ad altri due medici presenti al parto finito con le complicazioni.
Si diceva che a Messina non c’è fretta di scoprire la verità. Forse è per questo che oggi il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, farà visita a Laura Salpietro.

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