I falsari della povertà

Ministro Gelmini,

continui così
Sono uno studente universitario, figlio di due insegnanti (papà delle medie e mamma delle superiori). Sento un gran parlare di proteste e insurrezioni per la «salvezza» della scuola, contro le novità introdotte dal ministro Gelmini, ma è chiaro che tali proteste sono tutte iniziative strumentali, per difendere alcune scelte ideologiche degli anni passati e non permettere il miglioramento di tutta la scuola. Come studente che ha vissuto e vive nella realtà educativa di questi anni, mi permetto di sostenere il ministro Gelmini che, a mio avviso, ha fatto e sta facendo scelte valide e opportune. Buon lavoro ministro. E non stia ad ascoltare chi, accecato dall’ideologia, non vede altro bene se non quello di parte.

Ideologia di parte. E interessi inconfessabili. Ma è possibile che si continui a difendere una scuola che palesemente non funziona?
Rinnovate gli accordi

con la Francia
L’ex brigatista Petrella non verrà estradata in Italia, dove dovrebbe scontare l’ergastolo. Lo ha deciso Sarkozy, in base ad una convenzione «umanitaria» tra i due Paesi. Stiamo per aggiornare perfino la Costituzione, non potremmo aggiornare anche questa benedetta convenzione (datata 1957), visto che la stessa si potrebbe denominare «tarallucci e vino» o «refugium peccatorum»? E ancora, che presenzialista, che «Dama di Sant’Antonio» si sta rivelando Carlà Bruni.
Luigi Fassone - Camogli (Ge)

Sull’argomento si è espresso, da par suo, il nostro Mario Cervi. Non se lo sarà mica perso, caro Fassone?
Le pmi non sono

in buona salute
Le scrivo in merito all’editoriale apparso sul Giornale del 9 ottobre a firma di Vittorio Macioce. Da un’analisi congiunturale dell’Api (Associazione piccole e medie industrie) di Lecco emerge che sia i ricavi che il portafoglio ordini delle aziende della provincia hanno subito un ribasso a doppia cifra percentuale nel primo semestre 2008 rispetto all’anno precedente e le previsioni per il secondo semestre sono sconfortanti. Penso che la provincia di Lecco, visto il suo elevato tasso di industrializzazione, possa esser presa come valido riferimento per integrare il pezzo di Macioce. Non vorrei che qualcuno lo leggesse (magari a Roma) e pensasse che l’unico ente sociale capace di creare ricchezza in Italia (la piccola e media impresa) sia ancora in forma, continuando così a pensare, operare, legiferare come sempre fatto finora (trascurando proprio gli interessi di tali imprese). Le piccole e medie aziende potrebbero essere meno in forma di quel che si crede. Stiamo attenti a vendere speranza, questa volta usiamo più cautela. Tutte le settimane i giornali del Lecchese riportano un aggiornamento delle aziende in crisi sul nostro territorio e tutte le settimane ce ne sono di nuove. Sono il primo ad augurarmi che in altre province italiane le cose siano diverse.
Stefano Milza e-mail

Conosciamo bene la situazione delle piccole imprese di Lecco. L’abbiamo raccontata a più riprese, con i nostri inviati, nelle ultime settimane.
Immigrazione,

chi soffia sul fuoco?
Stanno aumentando i fenomeni di intolleranza degli italiani nei confronti della spropositata presenza di stranieri nel nostro Paese. Qualsiasi trattato di sociologia dice che, quando questa presenza si avvicina al 10 per cento della popolazione indigena, è inevitabile che sorgano problemi di ordine pubblico. La finta democrazia italiana ufficiale, che consiste nella libertà di pochi sprovveduti di dettare le regole di convivenza a tutto un popolo, ci ha portato a essere invasi da torme di disperati clandestini, senza patria, identità e professionalità. Questo ci ha ridotto a essere la pattumiera d’Europa, in un degrado inimmaginabile solo vent’anni fa. In barba a tutte le inutili leggi che si sono fatte e forse si faranno sul razzismo e sulla xenofobia, gli italiani ne hanno abbastanza e cominciano a dimostrarlo. La sinistra ha evocato questo fenomeno troppo a sproposito e ha soffiato continuamente sul fuoco, col risultato che ora sta rinascendo una grande brillantissima fiamma tricolore. Attenzione.
Gf. Anselter - Genova

Sono d’accordo con il principio: troppo buonismo produce gli effetti opposti. Ma se devo essere sincero nel tono della sua lettera c’è qualcosa che non mi piace...
Docenti specializzati

perché penalizzarli?
È uno strano destino quello di chi ha frequentato le Ssis (Scuole di specializzazione all’insegnamento secondario). Dopo la laurea, queste persone hanno frequentato un corso che, secondo la legge, avrebbe dovuto garantire la possibilità di partecipazione ai concorsi per le cattedre riservate ai soli docenti abilitati. Purtroppo le Scuole di specializzazione sono entrate in funzione nove anni dopo la legge istitutiva e l’ultimo concorso, del 2000, è stato aperto anche ai non abilitati. Dunque i docenti specializzati non hanno mai avuto modo di partecipare ad alcun concorso. Nonostante abbiano già superato una dura prova d’ammissione alla Scuola di specializzazione e fatto centinaia di ore di praticantato nelle scuole pubbliche, sostenendo un esame finale con valore di esame di Stato, i docenti abilitati nelle Ssis hanno avuto l’unica soddisfazione di essere inseriti in graduatoria a esaurimento. Ora nessuno parla più di concorso per gli abilitati, mentre i docenti più specializzati e giovani d’Italia restano esclusi dall’insegnamento. Perché non viene consentito a questi professori di partecipare a un concorso a cattedra e si preferisce continuare ad assumere i docenti tramite graduatorie di concorsi di 8 e 18 anni fa? Queste domande lasciano perplessi quando si sente parlare di merito e di attenzione alla pratica in classe.
Fabio Milito Pagliara - Salerno

Purtroppo, al di là delle buone intenzioni le Ssis non hanno funzionato: anziché meritocrazia, hanno prodotto solo precari. E, a dirla tutta, anche sui contenuti degli insegnamenti ci sarebbe molto da dire.
La «povera» Petrella

graziata da Sarkozy
Il presidente Nicolas Sarkozy ha deciso di non applicare, per «ragioni umanitarie», il decreto del governo francese del 3 giugno scorso sull’estradizione dell’ex brigatista Marina Petrella (in «arte» Virginia), detenuta in Francia e condannata in Italia all’ergastolo per l’omicidio di un agente di polizia, per tentato sequestro e tentato omicidio, sequestro di un magistrato, per rapina a mano armata e vari attentati. Umanità per la «povera» assassina, accogliendo le querule richieste sue e dei suoi pari. L’agente di polizia ammazzato, invece, «i poveri labbri si tocca, per dir tante cose e poi tante, ma piena di terra ha la bocca» (Pascoli). Virginia ha chiesto: «Mi (t)terran(d) in Francia?». Nicolas ha risposto «Sarko sì».
Aldo Grisi - Como

Le povere assassine intervistate in questi giorni sui giornali se la prendono con chi «ha rovinato loro la vita». Pensi un po’: che coraggio.
Macché razzismo,

è complesso di colpa
Il complesso di colpa funziona sempre. L’ideuzza dei sinistri è questa: diamo dei razzisti agli italiani. Si vergogneranno e porgeranno le terga a extracomunitari e zingari ancor più di quanto abbiano fatto finora. Anche se hanno sopportato l’inimmaginabile: città piene di moschee e ridotte a suk algerini, con mura erette a difesa dei cittadini, bande di stranieri collusi con la camorra, zingari delinquenti, spaccio di droga dovunque e anche insulti e minacce, che ora si moltiplicheranno, dato che questa gente è così nobilmente difesa. Ci si sono messi anche il Papa e Napolitano. Ma mica li ospitano al Quirinale e nei conventi. E ora cominciano le sfilate e piazzate organizzate per i diritti degli extracomunitari. Solo di doveri non si parla mai. Gli italiani non sono mai stati razzisti. Durante il fascismo si cantava: «Faccetta nera-bell’abissina/ aspetta e spera che già l’ora si avvicina!/ Quando saremo vicino a te/ noi ti daremo un’altra legge e un altro Re». Canzone inimmaginabile sotto il nazismo, che era veramente razzista.

Oggi ci stanno cacciando nel guano, con la connivenza di preti e poteri «alti». Ce la faremo a uscirne?
Marina Alberghini - Firenze

Sì, ma non se la prenda con il Papa e Napolitano che, su questi temi, fanno il loro mestiere.

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