La kermesse bolognese arriva a fine anno, ovvero quando è tempo di bilanci per le case automobilistiche. Il 2009, in particolare, è stato segnato dalla pesante crisi economica che ha condizionato anche il settore delle quattro ruote. In momenti come questi diventa determinante nelle aziende il «fattore umano» perché chi dispone di manager con intuizioni geniali e capacità di assumere scelte coraggiose, solitamente, riesce non solo a limitare i danni ma, anzi, ad accrescere le quote di mercato. Esiste, però, una ricetta per ottenere il successo di un grande marchio? Massimo Ghenzer, «padre» del successo italiano della Ford negli anni 90, ha provato a «codificare» e spiegare il suo «metodo» in un libro intitolato: «I ferri del mestiere».
«Lho voluto distribuire gratuitamente online (http://www.iferridelmestiere.it ) spiega lautore oggi presidente di Areté Methodos, società di marketing strategico perché vorrei che diventasse una piattaforma che, con il contributo dei commenti dei lettori, si arricchisca di nuovi capitoli fino ad arrivare ad una vera e propria seconda edizione». Il volume offre una carrellata di strategie, idee, avventure e scommesse. Non regole teoriche, ma casi sperimentati sul campo che possono essere replicati e applicati in qualsiasi ambito delleconomia. In particolare, viene spiegato come affermare un marchio rimanendo fedeli alla mission aziendale assegnata. Ghenzer, manager col gusto dellinnovazione, però non si limita a parlare dei successi del passato, ma si occupa anche delle sfide future che attendono le imprese italiane. Per vincerle, secondo lautore, è necessario puntare tutto sui giovani e sulla valorizzazione del merito con parametri di produttività. Così, si può crescere una classe dirigente fiduciosa del fatto che la valutazione del suo lavoro non verrà stabilita in base alla fedeltà a un manager o alle amicizie, ma solo ai suoi risultati.
Un caso emblematico citato ne «I ferri del mestiere» è quello della Fiat che con Sergio Marchionne «svecchia» il management in poco tempo e mette alla porta 124 dirigenti «anziani». «Il riconoscimento del dirigente spiega lautore - va fatto subito, da giovane, altrimenti perde tutta la sua carica, la sua forza.
Il talento, invece, va esercitato subito e con costanza. «Se il giovane Mozart conclude Ghenzer - non avesse prodotto musica quotidianamente, il suo talento si sarebbe asciugato. Per i manager è la stessa cosa».
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