Giovanni Tarizzo aprì la strada. Lui, coi suoi tredici anni e una parlantina da consumato leader politico, aveva calcato il palco del Palasharp di Milano dieci giorni fa, lanciandosi in uninvettiva contro il presidente del Consiglio alla kermesse di Libertà e Giustizia. Poco dopo però si era scoperto che quella carica anti-premier gli era data sì dalla giovane e minore età. Ma anche da un certo retaggio di famiglia: il ragazzo è figlio di Elisabetta Rubini Tarizzo, una delle animatrici delliniziativa nonché avvocato di fiducia di Carlo De Benedetti, ça va sans dire. Poi venne il giorno della manifestazione delle donne «indignate» per il caso Ruby e, con loro, delle bambine e dei bambini trascinati nelle piazza dItalia come sponsor di una battaglia politica che con la prima e la seconda infanzia non avevano nulla a che fare. Ma tantè.
E ieri lultima chicca di una sinistra che sfrutta i minori per mandare a gambe allaria il premier è arrivata dalla rossa Spoleto, dove uninsegnante di una scuola media ha assegnato agli allievi di prima classe il compito di disegnare un carro di Carnevale ispirato ai festini di Villa San Martino. Uno scherzo? Macché. Tutto vero, verissimo. A tal punto da suscitare lindignazione di alcuni genitori e di una fetta di politici locali e nazionali. «È una cosa scandalosa. Non è questo il modo di educare i figli - sbotta Rocco Girlanda, deputato Pdl e membro della commissione Giustizia a Montecitorio - è un fatto gravissimo che un professore, la cui funzione dovrebbe essere unicamente educativa e pedagogica, abdichi al suo ruolo e si permetta di ironizzare su alcune vicende legate al presidente del Consiglio. Cè sempre il rispetto verso la carica istituzionale». E questo dovrebbe valere a prescindere dal fatto che siamo in una regione, lUmbria, dove il 74% degli abitanti sono tutti comunisti, come dice Girlanda. «Ai genitori è sembrata una cosa strana, lasci stare che sono rossi. Si immagini un bambino che torna a casa e dice mamma devo fare il disegno di Carnevale con i festini di Berlusconi ad Arcore». Oggi o domani il deputato Pdl presenterà uninterrogazione parlamentare al ministro dellIstruzione Mariastella Gelmini per chiederle conto di quanto successo nella scuola spoletina, di eventuali provvedimenti e per «richiedere una particolare attenzione nei confronti degli effetti delle degenerazioni dei processi mediatici e sommari nei confronti del premier».
Ma non bastano le piazze e nemmeno le scuole per far fuori il Cav, e ieri lopposizione assesta un altro colpo dei suoi sui quotidiani. Sulla Stampa, nella pagina dei lettori, campeggia una lettera scritta a nome di un neonato.
I festini di Arcore come compito in classe
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