Sono un futurista della prima ora, uno di quelli che fin dagli esordi del Fli è stato sempre favorevole alla costruzione di una destra laica, liberale e sociale al tempo stesso. Ho seguito l’informazione su Mirabello, e confesso in tutta onestà di non aver assistito a un grande spettacolo. Ho sentito un Fini ripetere ancora una volta le stesse cose, gli stessi argomenti. Una sorta di riedizione della scorsa Mirabello. Mi aspettavo un Fini che prendesse le redini del partito lasciando la presidenza della Camera. Mi aspettavo uno scossone che puntualmente non è avvenuto.
Il partito è da tempo agonizzante, lasciato alla guida di colonnelli che non possono appoggiarsi a nessun generale. Per di più, sembra proprio che Futuro e libertà stia virando un po’ troppo a sinistra. Sono di destra, e ne sono fiero. Di flirtare con Rosy Bindi e compa(g)ny proprio non ne ho voglia. Mi trovo fieramente a destra, e lì voglio rimanere. La mia idea è quella di una destra alternativa sì al modello berlusconiano, ma sempre nel solco della migliore tradizione liberale, sociale e nazionale. Vedere ora un Fli che insegue la sinistra su scuola o giustizia, mi fa prendere l’orticaria.
Sono pienamente d’accordo col principio di legalità, vero baluardo per una società libera. Senza legalità non c’è libertà. Ma questo non può e non deve significare l’abbandono del garantismo che è ciò che contraddistingue una società civile da una tribale.
Ho aspettato Fini prima di prendere una decisione, prima di scegliere se rimanere un sostenitore del
Fli o allontanarmene. Dopo il discorso di ieri e la mancata assunzione della guida del partito da parte dal suo naturale generale, la decisione è presto presa.*sostenitore di Futuro e Libertà di Corridonia (Macerata)
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