Siamo arrivati alla crisi del settimo anno? Dopo Genoa-Lazio sembrerebbe di sì. Solo che invece che al settimo siamo solo al quarto. Infatti per la prima volta da quando Gianpiero Gasperini allena i rossoblù, sono arrivati i fischi per una prestazione della squadra al Luigi Ferraris. Non da tutto lo stadio. Sebbene si sia avuta la netta sensazione che il dissenso abbia superato nei numeri e nel rumore gli applausi. La ripresa è fissata per oggi a porte chiuse sul campo dall'allenamento di Pegli, unica eccezione settimanale quella di giovedì quando i cancelli del Pio XII saranno aperti in vista dell'amichevole infrasettimanale che vedrà impegnata la truppa del Gasperson. Sulla opportunità di svolgere allenamenti senza tifosi nulla trapela dalla società, se per evitare contestazioni che siano strascico della sconfitta di domenica scorsa o per evitare alla squadra di perdere ulteriore concentrazione.
I sostenitori, che hanno la memoria più lunga, avrebbero voluto i tre punti per due motivi. Primo per continuare il sogno europeo. Secondo perché la Lazio negli anni addietro ha sempre castigato i rossoblù. In una stagione condannandoli addirittura alla Serie B. C'era desiderio di vendetta sportiva. Invece perdere così senza lottare e senza mordente ha inviperito maggiormente i supporter. Per ricucire il piccolo strappo con i tifosi bisognerà chiudere al meglio il campionato. A Bari non sarà facile. Come sempre infortuni e squalifiche ci metteranno lo zampino. Bocchetti e Palacio saranno fermati dal giudice sportivo, mentre difficilmente Moretti, Rossi e Kharja saranno recuperabili. Continuano le voci di mercato. Mimmo Criscito, intanto, sta già parlando del suo futuro: «Tra Juventus e Genoa esiste una comproprietà libera. A giugno saranno le due società a decidere.
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